gerarchia

Ripartizione I Progetti speciali / Progetti idrici , 1975 - 1998

Livello di descrizioneseries 8
Consistenza20 fascicoli e 26 m.l.
storia istituzionale/biografiaI progetti speciali vengono introdotti con la legge 6 ottobre 1971, n. 853, che inquadra l'azione per lo sviluppo del Mezzogiorno nel contesto della programmazione economica nazionale e inaugura un sistema di intervento che combina programmazione nazionale e progetti speciali. La legge attribuisce il compito di formulare i progetti speciali al ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno e alle Regioni. I progetti formulati dovevano essere trasmessi al CIPE il quale deliberava sulla base del Piano economico nazionale e fissava i criteri per la loro elaborazione tecnica, che spettava alla Cassa per il Mezzogiorno. L'articolo 2 stabilisce che i progetti sono di carattere intersettoriale o di natura interregionale e hanno per oggetto la realizzazione di grandi infrastrutture generali o volte a facilitare lo sviluppo delle attività produttive. La legge 183/1976 interviene sui progetti speciali ribaltando la procedura, stabilendo (art. 8) che "i progetti speciali sono predisposti (...) dalle regioni meridionali o dal ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno previa elaborazione progettuale e tecnica della Cassa e degli enti ad essa collegati. I progetti sono sottoposti dal ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno al CIPE, il quale adotta le conseguenti delibere ivi comprese le definitive determinazioni territoriali, temporali e finanziarie e quelle relative ai tempi per l'esecuzione, stabilendo criteri e modalità per la realizzazione dei progetti stessi (...). All'attuazione delle deliberazioni del CIPE previste nel precedente comma provvede il ministro per gli interventi straordinari nel mezzogiorno, il quale approva altresì i programmi annuali della cassa per l'esecuzione dei progetti speciali. La realizzazione dei progetti speciali è affidata alla Cassa per il Mezzogiorno, la quale è autorizzata ad eseguire a suo totale carico, anche in deroga alla legislazione vigente, tutti gli interventi previsti nei progetti stessi. La Cassa per il Mezzogiorno può affidare, sulla base di convenzioni all'uopo stipulate, anche in forma unitaria, la progettazione e l'esecuzione delle opere, ove occorra in deroga a disposizioni vigenti in materia di procedura, mediante confronto concorrenziale tra le diverse soluzioni tecniche ed economiche." Nel quinquennio 1971-1974 vengono avviati i primi 22 progetti speciali, tra novembre 1974 e maggio 1975 i progetti speciali 23-30. Il primo gruppo di progetti speciali per l'utilizzazione delle risorse idriche viene deliberato dal CIPE il 4 agosto 1972: sono il n. 14, per l'utilizzazione delle acque degli schemi idrici nelle regioni Puglia e Basilicata; il n. 13, per il fiume Tirso (Sardegna), il n. 15, per il fiume Biferno (Molise). Successivamente, il CIPE riformulerà l'insieme dei progetti idrici fino a coprire l'intera area di intervento della Cassa per il Mezzogiorno. Verrà confermato il PS 14 e costituiti il n. 25, per il potenziamento e il reperimento delle risorse idriche della Sardegna; il n. 26, per la Calabria, il n. 29, per l'utilizzazione delle acque degli schemi idrici dell'Appennino centromeridionale; il n. 30, per l'utilizzazione delle acque degli schemi idrici intersettoriali della Sicilia. Nel PS speciale 25 confluisce il n. 13 (Tirso), nel 29 il n. 15 (Biferno). Per la gestione dei progetti speciali vengono formati dei gruppi di lavoro. La proposta del direttore generale di organizzare il lavoro con l'istituzione di gruppi speciali con caratterizzazione e responsabilità autonome viene accolta con l'ordine di servizio 777 del 6 febbraio 1974, che dispone la costituzione, presso la Direzione generale, di gruppi di lavoro per progetto. La responsabilità del coordinamento generale e del controllo di ciascun progetto viene demandata a Giulio Leone, già incaricato del coordinamento dei progetti speciali con l'ordine di servizio 753/1972. Dal 1975 Giuseppe Consiglio sostituisce Leone. Per ognuno dei progetti viene nominato un responsabile. I gruppi sviluppano il contenuto progettuale e svolgono compiti tecnici di programmazione, progettazione ed esecuzione delle opere. Il responsabile governa tutte le attività sviluppate nell'area del progetto speciale: gli vengono dunque trasferite dagli altri servizi della Cassa tutte le incombenze legate alla realizzazione delle opere incluse nel progetto speciale. L'ordine di servizio 809 del 24 maggio 1975 disciplina la materia acque nell'ambito dei servizi e dei gruppi dei Progetti speciali: attribuendo ai gruppi di lavoro lo studio e la programmazione degli schemi intersettoriali e/o interregionali in stretto collegamento con i servizi incaricati della programmazione degli impieghi settoriali, e la programmazione, progettazione ed esecuzione delle derivazioni, degli accumuli, delle adduzioni, fino ai riparti settoriali. Si intendono per schemi intersettoriali quelli sui quali è presente o ipotizzabile un uso delle acque in concorso tra i settori irriguo, potabile, idroelettrico e industriale. Nel 1976 con l'ordine di servizio 843 si costituisce presso la Direzione generale Progetti speciali un Raggruppamento per lo sviluppo degli studi e delle ricerche sui problemi dell'acqua e dell'ambiente. La responsabilità è affidata a Roberto Dentice di Accadia, che mantiene la dirigenza dell'Ufficio PIRS del Servizio Piani e programmi. La Ripartizione I Progetti speciali è costituita il 9 maggio 1978, articolata nelle Divisioni: I. Schemi idrici della Puglia e della Basilicata II. Schemi idrici della Sardegna III. Schemi idrici della Calabria IV. Schemi idrici del Lazio, Abruzzo, Marche, Campania e Molise V. Schemi idrici della Sicilia VI. Progetto speciale Irrigazione VII. Progetto speciale Zootecnia VIII. Progetto speciale Agrumicultura IX. Progetto speciale Forestazione a scopi produttivi X. Progetto speciale per il Mezzogiorno interno XI. Progetto speciale per il Porto Canale di Cagliari XII. Progetto speciale la Sicilia Sud-Orientale XIII. Progetto speciale per l'assetto territoriale del versante tirrenico della provincia di Reggio Calabria XIV. Progetto speciale per l'Area metropolitana di Napoli XV. Progetto speciale per l'Area metropolitana di Palermo XVI. Progetto speciale per la commercializzazione XVII. Progetto speciale per la ricerca scientifica XVIII. Impegni residui ad esaurimento relativi ai progetti speciali soppressi XIX. Disinquinamento del golfo di Napoli Il nuovo regolamento del 14 febbraio 1979 determina la nascita della Ripartizione I - Progetti Speciali/Progetti Idrici. Responsabile rimane il direttore centrale ing. Giuseppe Consiglio. La delibera 4308 del 29 nov. 1979 determina una nuova articolazione delle ripartizioni; i progetti speciali sono divisi fra le Ripartizioni I (progetti idrici), II, (progetti territoriali), III (progetti promozionali). Segue una nuova articolazione delle ripartizioni in divisioni, introdotta con la delibera 1061 del 27 mar. 1980. La Ripartizione Progetti Idrici si articola in 7 divisioni, le prime sei corrispondenti ai progetti speciali di ambito idrico, oltre ad una settima dedicata al completamento degli acquedotti: 1. Schemi idrici della Puglia e della Basilicata (dirigente Antonio Iamalio) 2. Schemi idrici della Sardegna 3. Schemi idrici della Calabria 4. Schemi idrici del Lazio, Abruzzo, Marche, Campania e Molise (dirigente Francesco M. De Falco) 5. Schemi idrici della Sicilia 6. Disinquinamento del golfo di Napoli 7. Completamento acquedotti. Nell'ambito dell''Intervento straordinario nel Mezzogiorno e poi dell'Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno la ripartizione prenderà la denominazione di Completamento schemi idrici - CSI. [a cura di Cristina Saggioro]
DescrizioneI documenti conservati costituiscono una minima parte di quelli prodotti dalla Ripartizione Progetti speciali / Progetti idrici, più specificamente le divisioni I e IV (le due divisioni hanno mantenuta inalterata la loro numerazione anche dopo la ristrutturazione del marzo 1980), incaricate dei progetti speciali 14 e 29. Si conservano principalmente elaborati grafici e cartografici relativi alle aree interessate; per il progetto speciale 14 è presente documentazione di natura amministrativa.
ordinamento e strutturaL'articolazione in serie rispecchia quella dell'ufficio nelle due divisioni intitolate rispettivamente al progetto speciale 14 e al progetto speciale 29. Le ulteriori partizioni forniscono una visione parziale delle diverse attività svolte, come è stato possibile ricostruirle attraverso i pochi documenti versati.
Luoghi

Sardegna

Molise

Tirso, fiume

Biferno, fiume

Calabria

Sicilia

Appennino centromeridionale

Enti

Comitato interministeriale per la programmazione economica - CIPE

strumenti archivisticiInventario a cura di Cristina Saggioro.
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gerarchia

Divisione I - Schemi idrici Puglia e Basilicata , 1975 - 1998

Livello di descrizionesubseries 1
Consistenza11 fascicoli (condizionati in 8 buste) e 2 m.l.
storia istituzionale/biografiaLa divisione I, intitolata agli schemi idrici della Puglia e della Basilicata, è incaricata della gestione del Progetto Speciale 14, che fa parte del primo gruppo di progetti speciali, deliberato dal CIPE il 4 agosto 1972. A questo primo gruppo il ministro per il Mezzogiorno, con provvedimento del 30 agosto 1972, assegna fondi per un totale di 431 miliardi di lire; di questi, 80 miliardi sono assegnati al P.S. 14. Lo scopo del progetto, secondo la delibera CIPE, è la soddisfazione delle complesse esigenze di approvvigionamento idrico a fini multipli della Puglia e della Basilicata attraverso un sistema di collegamento dei maggiori schemi idrici esistenti o previsti. Si tratta, pertanto, di un progetto che riassume in sé tutte le caratteristiche dei Progetti Speciali: è interregionale e intersettoriale, oltre ad essere volto alla realizzazione di grandi infrastrutture.
DescrizioneSi conservano in prevalenza fascicoli intestati a sottoprogetti, con documentazione di ordine amministrativo, relativa alla preparazione di monografie e delibere, alla risposta a richieste delle ditte intese ad ottenere una revisione dei costi (cd "riserve"), al collaudo delle opere; alcuni contengono anche i progetti esecutivi corredati di carte corografiche e schemi idrici. Si conserva un solo studio preliminare (fortemente lacunoso), relativo ai comprensori di Arneo e Ugento. Non c'è traccia dell'attività svolta dal Gruppo di lavoro dedicato.
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Luoghi

Puglia

Basilicata

Enti

Comitato interministeriale per la programmazione economica - CIPE

gerarchia

Divisione IV - Schemi idrici dell'Appennino centromeridionale , 1975 - 1989

Livello di descrizionesubseries 2
Consistenza9 fascicoli e 24 m.l.
storia istituzionale/biografiaLa divisione è intitolata agli schemi idrici dell'Appennino centromeridionale. Ad essa è attribuita la gestione del Progetto Speciale 29, deliberato dal CIPE il 2 maggio 1975. Il progetto speciale 29 si differenzia dagli altri quattro progetti idrici per la sua interregionalità, in senso fisico e istituzionale, e per la dimensione territoriale. Investe infatti il territorio di cinque regioni per una superficie di 37.000 kmq. Sono interessati dal progetto il bacino del fiume Tronto, il Lazio meridionale, l'Abruzzo, il Molise, la Campania. Tra queste aree esistono interconnessioni fisiche, per la presenza di bacini idrografici comuni. Attraverso un processo di affinamento, gli studi arrivano a considerare il complesso di opere e l'intero territorio come un unico sistema. Il primo stadio, l'analisi preliminare, porta alla scomposizione del territorio di competenza in nove sistemi idrici: 1. Tronto (Marche) 2. Velino (Lazio meridionale) 3. Abruzzo Nord (Abruzzo) 3. Abruzzo Sud (Abruzzo) 5. Pontino (Lazio meridionale) 6. Liri-Garigliano (Lazio meridionale-Abruzzo-Campania) 7. Biferno (Molise) 8. Volturno (Campania-Molise) 9. Sele (Campania) In un secondo tempo, lo scorporo di sottosistemi chiave ha portato alla definizione di aree di programma: Tronto-Abruzzo Nord; Abruzzo Sud-Biferno; Fucino; Pontino-Liri-Garigliano; Volturno; Sele. Inoltre, il progetto si scompone in complessi organici: da un lato gli schemi idrici irriguo-industriali, dall'altra gli schemi acquedottistici (potabili).
DescrizioneMolto significativa è la presenza degli studi preliminari; i fascicoli dei singoli progetti contengono di massima i risultati di indagini geochimiche, geologiche, idrogeologiche e di sondaggi.
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Luoghi

Appennino centromeridionale

Volturno, fiume

Sele, fiume

Liri, fiume

Garigliano, fiume

Fucino, pianura

Abruzzo

Biferno, fiume

Tronto, fiume

Campania

Molise

Lazio

Velino, fiume

Marche

Enti

Comitato interministeriale per la programmazione economica - CIPE

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