gerarchia

Miglioramento fondiario - MF , 1951 - 1964 (con documenti al 1949)

Livello di descrizionesubseries 5
Consistenza232 metri lineari
storia istituzionale/biografiaI contributi per il miglioramento fondiario furono avviati dalla Cassa in esecuzione del piano decennale poi prorogato fino al 1965, emanato dal Comitato dei ministri. Per regolamentare la complessa attività che vedeva coinvolte oltre alle strutture intere della Cassa anche gli ispettorati compartimentali agrari e il Ministero dell'agricoltura e foreste, il Consiglio di amministrazione, nella seduta del 6 marzo 1951, deliberò le prime direttive in materia di contributi per il miglioramento fondiario, così come delineate dal Comitato tecnico, struttura consultiva in seno al Consiglio stesso. Con successivi interventi di regolamentazione nel 1956 (cfr. Circ. del 6 lug. 1956, prot. 2/26791), nel 1960 e infine nel 1963 con l'opuscolo Norme per l'istruttoria e l'approvazione dei progetti per opere di miglioramento fondiario (cfr. Circ. del 25 gen 1963, prot. 2/2021), si arrivò a descrivere l'intera attività definendo: zone di intervento, limite di competenza degli ispettorati, coordinamento tra opere pubbliche di bonifica e opere di competenza ai privati, piani aziendali di trasformazione, natura degli interventi, costo della trasformazione e percentuale dei sussidi, opere integrative ammesse ai sussidi, criteri per l'ammissione alle varie categorie di opere, limite di spesa, modalità di erogazione del credito agrario, disposizioni di carattere amministrativo e determinazione della durata dei crediti. Il regolamento riportava anche l'elenco dei comprensori di bonifica nei quali era possibile attuare le opere e i prodotti per i quali erano previsti i contributi alla trasformazione e conservazione. Rilevante ai fini di delimitare le competenze della Cassa erano gli ambiti territoriali coinvolti, così definiti: a) comprensori di bonifica (come definiti nel dl 215/1933); b) bacini montani; c) comprensori di bonifica montana; d) le province di Bari, Brindisi, Lecce e Taranto, limitatamente alle opere irrigue; e) l'intero territorio di competenza della Cassa, come indicato dalla legge istitutiva, solo per quanto riguarda la produzione e la conservazione dei prodotti da parte di cooperative. Ma soprattutto il limite di dieci milioni di contributo, entro il quale gli ispettorati agrari avevano potere di approvare i progetti ed erano delegati ad ammettere e disporre i relativi provvedimenti di liquidazione, concessione, revoca e collaudo; tale limite non era applicabile in specifici casi di impiego, tra i quali i piani di trasformazione aziendale, l'acquisto di macchinari e gli interventi che potessero interessare più fondi agrari o che utilizzassero acque per l'irrigazione provenienti da interventi della Cassa. Il regolamento fu redatto anche sulla scorta di quanto previsto nel nuovo "Piano quinquennale per lo sviluppo dell'agricoltura", emanato con la legge 2 giugno 1961, n. 454, che fornì una nuova dotazione finanziaria alla Cassa.

Il mancato utilizzo di tutti i fondi previsti dai piani quindicinale e quinquennale e la revoca di alcuni contributi per il mancato rispetto dei vincoli definiti nelle concessioni, permisero di riutilizzare i residui per avviare un nuovo piano di finanziamenti per progetti di miglioramento fondiario aziendale (MF/A).

[a cura di Susanna Oreffice]
storia archivisticaLe pratiche venivano istruite dagli ispettorati agrari e forestali che avevano il compito di verificarne la congruenza e la procedibilità e, nei casi di propria competenza, adottare i provvedimenti previsti. L'Ufficio amministrativo del Servizio bonifiche prendeva in carico la pratica, trasmessa dall'ispettorato, raccoglieva la 'monografia', seguiva l'operato delle strutture tecniche interne al Servizio e avviava la procedura di collaudo, richiedendo al Ministero dell'agricoltura e foreste la nomina del collaudatore e trasmettendo copia del certificato di collaudo all'ispettorato (atto che chiudeva il fascicolo).

La camicie dei fascicoli, in cui sono conservate le pratiche, riportano tutte le informazioni relative a: compartimento agrario di riferimento, comprensorio di bonifica, comune e località, oltre ai numeri di progetto e di concessione. In molti casi è riportato anche il numero di protocollo assegnato e la data di ricezione della pratica, trasmessa dall'ispettorato agrario; altre annotazioni a matita fanno riferimento agli uffici, interni al Servizio, che sono competenti per le diverse fasi di lavorazione, infine l'annotazione 'R' segnala i provvedimenti di revoca (anche se non sempre veniva riportata).

L'annotazione 'riordinata e microfilmata' fa riferimento ad un intervento di riordinamento e microfilmatura, avviato probabilmente nei primi anni '80, con la sistemazione delle carte per data in ordine crescente e con l'inserimento in sottofascicoli dei progetti e di tutte le eventuali copie conservate. L'intervento di riordinamento fu interrotto intorno alla pratica n. 2171 (vista l'assenza dell'annotazione sui fascicoli delle pratiche successive), quello di microfilmatura prima.

In fase di analisi archivistica si è deciso di procedere con una rilevazione sistematica dei dati più rilevanti nell'ambito del contributi al miglioramento fondiario, di cui, al contrario delle pratiche di finanziamento industriale, non si conservano banche dati informative su richiedenti, ispettorati, comprensori, data di ricezione della richiesta, oggetto delle opere, sedi, eventuali concessioni e collaudi. Il lavoro è stato fatto solo per le prime 6500 pratiche.

[a cura di Susanna Oreffice]
DescrizioneLe pratiche che compongono la serie sono relative a progetti presentati da enti pubblici, aziende, consorzi e privati ai fini di ottenere un contributo per interventi di miglioramento fondiario, così come previsto dalla normativa vigente. La documentazione veniva raccolta e poi trasmessa dagli ispettorati agrari che, se la cifra erogata era sotto il limite previsto, oltre alla domanda, al progetto e al materiale cartografico, inviava anche una copia della relazione tecnica e tre copie del provvedimento adottato.
In alcuni casi il richiedente presentava analoga richiesta alla Cassa e nel fascicolo sono conservate entrambe le domande. I fascicoli dei progetti così trasmessi, venivano presi a carico dal Servizio bonifiche che implementava la pratica con la corrispondenza generale, la 'monografia' elaborata dal Servizio per la riunione del Consiglio di amministrazione, copia della delibera del Consiglio e della disposizione presidenziale che, a seguito dell'approvazione del Consiglio, rilasciava la concessione. Infine, per i progetti giunti a buon fine, si procedeva con la richiesta di collaudo e la trasmissione all'ispettorato agrario di una copia del certificato di collaudo e della relativa documentazione consuntiva allegata, conservando la documentazione originale del fascicolo.
[a cura di Susanna Oreffice]
ordinamento e strutturaLa serie è conservata in ordine secondo il numero identificativo del progetto, le carte invece all'interno delle unità archivistiche sono in disordine, a causa, probabilmente, dell'intensa attività di consultazione, estrapolazione di documenti e integrazione, svolta nel corso degli dai diversi uffici della struttura competente, il Servizio bonifiche. Le pratiche conservate vanno dal numero 1 al numero 9352, ma tracce dell'esistenza di progetti con numerazione superiore le troviamo, sia nell'archivio del Servizio acquedotti, che scorrendo le delibere di approvazione dei progetti del Consiglio di amministrazione.
Presenta alcune lacune che in alcuni casi potrebbero coincidere con intere buste (ad esempio le pratiche dalla 1376 alla 1385 compresa), mentre in altri casi si tratta di singole pratiche che possono essere abbinate o spostare in altre quando l'intestatario presenta una nuova richiesta di contributo.
[a cura di Susanna Oreffice]
Enti

Cassa per il Mezzogiorno. Servizio bonifiche e trasformazioni fondiarie

strumenti archivisticiBanca dati: Dario Altobelli, Beatrice Fochetti e Giordana Valente.
strumenti di ricerca schedatura delle pratiche di miglioramento fondiario
Top