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ORGANI DELIBERANTI , 1950 - 1986

Livello di descrizioneotherlevel 1
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Verbali del Consiglio di amministrazione , 4 ottobre 1950 - 22 marzo 1984

Livello di descrizioneseries 1
Consistenzavoll. 1673
storia istituzionale/biografiaLa Segreteria del Consiglio di amministrazione curò fin dalla sua nascita nell'ottobre 1950 la complessa procedura di composizione dei volumi contenenti la verbalizzazione delle sedute e le delibere adottate dal Consiglio. Tale procedura rimase pressoché inalterata fino al marzo 1984 quando la serie dei verbali fu interrotta all'atto del commissariamento della Cassa. La serie è attualmente composta da 1664 dei 1673 volumi originari mancandone per motivi ignoti nove. Fortunatamente la serie Atti delle sedute degli organi deliberanti conserva una raccolta quasi completa di un esemplare delle delibere (in forma ciclostilata o di fotocopia); pertanto le lacune della serie dei verbali possono essere colmate utilizzando questi rimandi alla suddetta serie: - volume mancante n. 756 (esercizio 1973): si vedano le relative delibere nn. 1798-1813 (con lacune) alla busta 1162 - volume mancante n. 1272 (esercizio 1979): si vedano le relative delibere nn. 4807-4827 alla busta 1796 - volume mancante n. 1375 (esercizio 1980): si vedano le relative delibere nn. 4076-4100 alla busta 1913 - volume mancante n. 1377 (esercizio 1980): si vedano le relative delibere nn. 4157-4201 alla busta 1915 - volumi mancanti nn. 1508-1509 (esercizio 1982): si vedano le relative delibere nn. 1360-1414 alle buste 2071-2073 - volume mancante n. 1511 (esercizio 1982): si vedano le relative delibere nn. 1476-1512 alle buste 2074-2075 - volume mancante n. 1543 (esercizio 1982): si vedano le relative delibere nn. 2995--3026 alla busta 2114 - volume mancante n. 1552 (esercizio 1982): si vedano le relative delibere nn. 3344--3359 alla busta 2127 Ogni seduta porta un numero ordinale ininterrotto dalla n. 1 del 4 ottobre 1950 alla n. 1723 del 22 marzo 1984. L'uso di dare sempre un numero diverso alle sedute anche in presenza di un seguito della discussione a una seduta pomeridiana e/o al giorno successivo, e in qualche caso a diversi giorni successivi, ha fatto sì che gli ordini del giorno, preparati dalla Segreteria del Consiglio e approvati preventivamente dal presidente, fossero sbrigati, soprattutto fino al 1970 circa, in più sedute delle quali la prima fungeva da reale apertura della discussione. In conseguenza di ciò le discussioni e le deliberazioni venivano spesso riferite a un gruppo di sedute identificate con più numeri (p.es. 1108-1110). La caratteristica principale dei volumi è il modo di confezionamento del verbale: prima tutta la discussione generale e quella sulle singole delibere e poi, quasi come un appendice alla discussione, le delibere vere e proprie. Non abbiamo pertanto contiguità fra discussione sulla singola delibera e il relativo testo. Questo si spiega con le procedure che portavano all'approvazione delle delibere. Il loro testo era preparato dal Servizio (dopo il febbraio 1978 Ripartizione) competente in materia ed era accompagnato dalla cosiddetta "monografia", documento cardine dell'attività degli uffici della Cassa poiché racchiudeva tutti gli elementi tecnici ed economici sul singolo progetto a vantaggio del consigliere che avrebbe relazionato in Consiglio su quella delibera e perciò di tutto il consesso. Le monografie sono conservate (quasi integralmente) nella serie degli Atti delle sedute degli organi deliberanti alla quale si rimanda. Ogni delibera, pertanto, arrivava in Consiglio già formata, ciascuna su fogli indipendenti dalle altre, in forma ciclostilata fino alla metà degli anni Sessanta, poi dattiloscritta o anche in fotocopia. Una volta approvata, venivano riempiti, con timbri o successiva dattiloscrittura, gli spazi vuoti destinati alla data, al numero di delibera, raramente al numero di seduta e, una volta composta la sequenza del volume, al numero della pagina. Il timbro della Segreteria del Consiglio di amministrazione e le firme del presidente e del direttore generale davano alle delibere la veste di ufficialità e forza giuridica. Se il Consiglio riteneva di dover approfondire, la proposta di delibera veniva accantonata e ripresentata a una seduta successiva accompagnata dai pareri ulteriori degli uffici. Si conservano alcuni gruppi di queste delibere "rinviate" nel testo non approvato. Infine si trovano nei volumi pagine in bianco con l'indicazione di uno o più numeri di delibera annullati, ma non abbiamo mai il testo di tali delibere, che dovrebbero essere cercate nella serie degli Atti. Il flusso di lavorazione legato alla preparazione, redazione, circolazione della proposta di delibera prima del suo inserimento all'ordine del giorno da parte del presidente è stato argomento di ripetuta normazione interna, come documentano molte circolari conservate. La puntigliosità delle procedure dettate, l'inflessibilità nel rispetto dei tempi destinati a ogni fase, il potere del presidente di iscrivere o meno la delibera nell'elenco di quelle da discutere, definiscono uno stile di lavoro che si volle affinare sempre di più nel tempo. Sebbene il dispositivo formale della delibera faccia trapelare a volte la complessità del'iter, è nella discussione che essa emerge, soprattutto in presenza di un dissenso fra i consiglieri. A proposito del quale occorre sottolineare che la verbalizzazione delle posizioni dei diversi membri risultò sempre molto puntuale e in alcune occasioni questo divenne argomento di discussione, specie dopo l'arrivo alla presidenza di Perotti nel luglio del 1978. Lamentandosi un ritardo degli uffici a licenziare le versioni definitive dei verbali (poiché corposi in ragione di impegnativi dibattiti) con l'impossibilità di approvarli da parte del CdA nelle riunioni successive, Perotti propose di ridurre il grado di dettaglio della verbalizzazione, ma la sua linea non passò. Non furono estranee preoccupazioni sulle possibili ricadute giudiziarie di alcune decisioni assunte e la necessità di un riscontro puntuale delle diverse posizioni in campo. Tornando alla forma del documento, la procedura di elaborazione/approvazione delle delibere sopra esposta spiega perché, non potendo materialmente essere intercalata nelle pagine della discussione (che per evidenti motivi di spazio erano compilate per intero senza soluzione di continuità), le delibere venivano raggruppate in ordine numerico e impaginate nel volume in coda alla discussione. Richiamando quanto detto a proposito di un ordine del giorno che produceva più sedute, comprendiamo perché la discussione di tutto l'ordine del giorno è anteposta a tutte le delibere anche se la discussione occupa più sedute. Possiamo perciò avere volumi, anche più di uno di fila, di sole discussioni e poi volumi di sole delibere. Nel primo anno di vita della Cassa si cercò di affinare la migliore modalità di conservazione dei verbali e delle sedute e si mantennero in essere serie separate delle due fattispecie. Si finì per optare all'inizio del 1952 per il sistema descritto. Ma non sempre troviamo nei volumi un andamento lineare parallelo tra progressione della discussione e progressione delle delibere. Un cenno va fatto ai sistemi di numerazione delle delibere e delle pagine dei verbali. Entrambi seguivano l'esercizio finanziario, riazzerando il numeratore al suo termine. Alla Cassa per il Mezzogiorno l'anno finanziario ebbe andamento luglio-giugno fino all'esercizio 1964-1965 adeguandosi poi all'anno solare a partire dal 1° gennaio 1966 (vi fu un esercizio semestrale luglio-dicembre 1965) in obbedienza alla legge 1 mar. 1964, n. 62, che introdusse questa novità per la contabilità dello Stato e, con un posticipo di un anno, per la gran parte degli enti pubblici. Fino alla metà del 1969 le delibere erano caratterizzate da due numerazioni: una progressiva generale nell'anno finanziario, l'altra progressiva all'interno di alcune classifiche relative agli ambiti di intervento della Cassa (B per bonifiche, PM per pascoli montani, V per viabilità ecc.) e sempre per anno finanziario. Quindi una delibera 437/VB 14 del 21 febbraio 1969 è la 437esima delibera dell'esercizio 1969 e la 14esima di quell'anno riguardante la viabilità di bonifica. Sempre a luglio del 1969 cambiò il sistema di redigere i sommari dei volumi. Fino ad allora il sommario era stato molto analitico, dando per ogni ambito di intervento iscritto all'ordine del giorno le pagine dove reperire le relative delibere. Nonostante siano stati verificati una serie di errori nei sommari, derivanti con evidenza dalla difficoltà di accoppiare tutte le delibere con il momento della loro discussione (quasi sempre nel caso di "plurisedute") e probabilmente anche dal fatto che alcune delibere venivano inserite in un secondo momento, essi si rivelano utilissimi per una ricerca puntuale dei contenuti del volume soprattutto perché le singole delibere venivano esposte con l'oggetto (opera, lavoro, finanziamento ecc.) e il relativo numero di progetto. Riprendiamo l'elemento critico esposto all'inizio di questa introduzione: la mancanza di alcuni volumi. Alcuni elementi inducono a pensare che esistessero diversi esemplari dei volumi delle delibere del Consiglio di amministrazione. In archivio si conservano alcune repliche di almeno quattro volumi: in un caso se ne conservano addirittura sette e non sembra possibile che questo sia avvenuto solo per uno o pochi volumi. È quasi certo che questo sia stato l'uso almeno nei primi anni: nel sommario del volume 16 (seduta n. 168 del 20 marzo 1953) al punto "Riordinamento dei Servizi della Cassa. Relazione e proposte della Commissione per il Riordinamento dei servizi" compare l'annotazione "allegata al presente verbale nel volume della Segreteria del Consiglio di Amministrazione", che è quello arrivato fino a noi perché la contiene con una numerazione di pagina autonoma da quella del volume. Verosimile pensare che esistesse perciò uno o più esemplari che non la contenessero, probabilmente destinati ai dirigenti dei Servizi o al direttore generale mentre la copia della "Segreteria del Consiglio di Amministrazione" (dizione che compare incisa sulla coperta in pelle dei primi volumi) era probabilmente nella disponibilità diretta del presidente. Da segnalare, infine, che tra il 1° marzo e il 27 aprile 1983 il Consiglio di amministrazione operò con il nome di Comitato provvisorio di gestione (si rimanda a quella serie per le notizie istituzionali). Ma la numerazione dei volumi, delle delibere e delle pagine riprende senza cesure con la seduta del 10 maggio 1983 dopo la precedente del 23 febbraio. Dal punto di vista dei poteri e della composizione dell'organo si trattò di un puro fatto nominalistico. [a cura di Leonardo Musci]
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Verbali di Commissioni interne del Consiglio di amministrazione , 1968 - 1978

Livello di descrizioneseries 2
Consistenzavoll. 17
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Verbali del Comitato esecutivo , 11 agosto 1952 - 25 maggio 1954

Livello di descrizioneseries 3
Consistenzavoll. 21
storia istituzionale/biografiaLa l. 22 mar. 1952, n. 166, art. 1, stabilì che il Consiglio di amministrazione della Cassa potesse nominare nel suo seno un Comitato esecutivo composto da tre a cinque membri oltre il presidente e che ne definisse i poteri. Di un organismo di questo tipo il Consiglio della Cassa aveva discusso in una delle sue prime riunioni. Il 14 ott. 1950 il presidente Rocco propose la costituzione di un Comitato di Presidenza, poi deliberato il successivo 27 ottobre con una composizione ristretta al presidente e ai due vicepresidenti; al contempo si deliberò la creazione di commissioni tecniche di ausilio al Consiglio. Questo Comitato e quello Tecnico, deliberato nella seduta del 9 nov. 1950, furono aboliti quando, sulla scorta della legge del marzo 1952, venne istituito il Comitato esecutivo. La decisione fu adottata dal Consiglio nella seduta dell'8 giu. 1952, che indicò i poteri del Comitato in un testo approvato con modifiche marginali dal presidente del Comitato dei ministri per il Mezzogiorno, Pietro Campilli, con una lettera del 4 ago. 1952. Il Comitato esecutivo era composto dal presidente Rocco, dal vicepresidente Tridente e da cinque consiglieri votati per ogni esercizio dal Consiglio di amministrazione. Partecipavano alle riunioni un membro effettivo del Collegio dei revisori e il direttore generale. Esso deliberava sui progetti esecutivi di importo non superiore a 300 milioni di lire, sulla determinazione delle competenze degli uffici e sul loro funzionamento, sulle questioni relative al personale esclusi i dirigenti. Il Comitato si riunì di media una volta a settimana adottando nel periodo in cui fu attivo (agosto 1952 - maggio 1954) 3166 delibere. La loro esistenza spiega il basso numero di delibere adottate nello stesso periodo dal Consiglio di amministrazione (circa 500). Non si hanno evidenze del motivo per cui il Comitato cessò la sua attività. Non se ne fa cenno nei verbali del Consiglio del periodo corrispondente agli ultimi documenti conservati. Non è peraltro escluso che la serie sia incompleta. Sembra assodato che l'arrivo alla Presidenza di Gabriele Pescatore, nominato dal Governo nell'ottobre 1954 in occasione del rinnovo del Consiglio di amministrazione dopo il primo quadriennio, comportò una riorganizzazione del funzionamento di organi e uffici che non previde più l'esistenza di un comitato esecutivo. [a cura di Leonardo Musci]
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Verbali del Comitato provvisorio di gestione , 10 marzo 1983 - 27 aprile 1983

Livello di descrizioneseries 5
Consistenzavoll. 13
storia istituzionale/biografiaLa l. 23 dic. 1982, n. 941 stabilì che "la Cassa per il Mezzogiorno [aveva] durata fino alla data di entrata in vigore della nuova disciplina organica dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno e comunque non oltre il 28 febbraio 1983". Essendo ancora in discussione alla Commissione Bilancio della Camera dei deputati il testo di riforma (bisognò attendere la legge 775 del 1984 e poi la 64 del 1986), si rese necessario per il governo Fanfani, che aveva sostituito nel dicembre 1982 il secondo governo Spadolini (ma rimanendo Claudio Signorile ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno), emanare il 28 febbraio il decreto legge n. 54 "Misure urgenti per la prosecuzione dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno". All'art. 1 il decreto anticipava l'impostazione della riforma organica, ripartendo gli ambiti dell'intervento "straordinario e aggiuntivo" in "a) azioni organiche di intervento consistenti nella realizzazione di opere pubbliche ed infrastrutture al servizio dello sviluppo civile ed economico [...]; b) incentivi alle attività produttive; c) attività promozionali dell'iniziativa economica, dirette a migliorare l'utilizzazione delle risorse, anche naturali, storiche e artistiche, diffondere i servizi idonei ad accrescere la innovazione tecnologica e la produttività, commercializzare e valorizzare la produzione, sostenere la ricerca e la sperimentazione; d) attività di assistenza tecnica e di formazione dei quadri funzionali agli obiettivi del presente decreto". La Cassa era incaricata di attuare gli interventi fino all'entrata in vigore della riforma organica e comunque non oltre il 31 dicembre 1983. Per marcare la caratteristica di fase transitoria in essere, ma probabilmente anche per iniziare a concepire la Cassa come un ente in via di liquidazione, il decreto stabiliva la trasformazione del Consiglio di amministrazione in Comitato provvisorio di gestione con le medesime funzioni di quello e scadenza al 31 dicembre 1983. Il decreto introduceva, altresì, un'importante novità perché affidava al Comitato il compito di adeguare l'organizzazione della Cassa alla struttura degli interventi descritti nel primo articolo. Il Comitato operò in perfetta continuità con il Consiglio, sia nella composizione che nel funzionamento interno. Istituì due nuove commissioni di lavoro (Organizzazione informatica e Itinerari turistici) che si aggiunsero alle sette esistenti (... si rimanda alla serie verbali del Consiglio di amministrazione). La maggioranza di governo, già in fase preelettorale in vista dello scioglimento delle Camere, non trovò però l'accordo per la conversione in legge del decreto, nonostante il Senato avesse colto l'occasione per introdurre modifiche sostanziali al testo governativo e l'avesse approvato dopo oltre un mese di discussioni in Commissione Bilancio. In quella sede erano stati anche sollevati forti dubbi di costituzionalità di alcuni passaggi. La Camera, messa di fronte al fatto compiuto avendo solo una settimana di tempo per discutere le novità e in presenza di un dissenso marcato tra DC e PSI reso pubblico da diversi articoli apparsi sulla stampa, di fatto boicottò l'approvazione del decreto: alla seduta del 22 aprile 1983 parteciparono oltre al relatore solo quattro deputati dell'opposizione. La soluzione ponte fu l'approvazione nel giro di tre giorni di una legge di ulteriore proroga della Cassa al 30 novembre 1983 con la destinazione dello stanziamento necessario per l'esecuzione dei programmi (l. 30 apr. 1983, n. 132). Decaduto il decreto, a partire dal 30 aprile 1983 il Comitato tornò ad assumere la denominazione di Consiglio di amministrazione. [a cura di Leonardo Musci]
DescrizioneVerbali delle sedute dell'1-3 marzo, 30 marzo, 13-14 aprile e 20-27 aprile 1983. Le delibere adottate furono 501.
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Deliberazioni del Commissario del Governo (Massimo Perotti) , 7 aprile 1984 - 2 agosto 1984

Livello di descrizioneseries 6
Consistenzabb. 23
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Deliberazioni del Commissario liquidatore (Massimo Perotti, poi Giovanni Travaglini) , 20 agosto 1984 - 10 luglio 1985

Livello di descrizioneseries 7
Consistenzabb. 26
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Deliberazioni del Commissario del Governo all'Intervento starordinario nel Mezzogiorno (Giovanni Travaglini) , 18 luglio 1985 - 8 ottobre 1986

Livello di descrizioneseries 8
Consistenzabb. 41
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Atti relativi alle sedute del Consiglio di amministrazione e alla Gestione commissariale dell'intervento straordinario , 4 ottobre 1950 - ottobre 1986

Livello di descrizioneseries 9
Consistenzabb. 2636
storia istituzionale/biografiaPer le informazioni di storia istituzionale sui diversi organi deliberanti si rimanda alle introduzioni delle serie a loro intitolate.
storia archivisticaLa serie è stata prodotta dalla Segreteria del Consiglio d'amministrazione (che dall'agosto 1978 divenne Divisione Segreteria degli organi collegiali, in sigla SOC) e dalla struttura di Segreteria dei diversi commissari e conserva tutta la documentazione prodotta per l'organizzazione delle sedute e/o a supporto delle deliberazioni. La Segreteria curava altresì la tenuta dei volumi contenenti le verbalizzazioni delle sedute e le copie delle delibere, prodotte in forma ciclostilata e rese "originali" dalle firme del presidente della Cassa e del segretario del Consiglio di amministrazione. [a cura di L. Musci]
DescrizionePer ogni seduta di Consiglio o Comitato sono conservati gli atti preliminari o preparatori (convocazione, ordine del giorno approvato dal presidente, corrispondenza interna dei servizi, documenti tecnici su particolari questioni, appunti dei consiglieri e del presidente, bozze delle verbalizzazioni, copie dei verbali) e la raccolta, con alcune lacune, delle delibere adottate, in forma ciclostilata o di fotocopia. In alcuni casi la copia riporta il timbro "approvata" e la firma in originale, mentre in altri si tratta di una mera copia priva di firme. I faldoni che contengono la documentazione del primo tipo sono di norma contrassegnati dalla segnatura "Atti"; quelli del secondo tipo riportano sul dorso gli estremi dei numeri delle delibere conservate.
Insieme alle deliberazioni, quasi sempre spillata ad esse, si trova nella maggior parte dei casi la "monografia", documento preparato dalle strutture della Cassa (Servizi, poi dall'agosto 1978 Ripartizioni) come illustrazione tecnico-economica del progetto all'esame del Consiglio di amministrazione. La monografia può prendere diverse forme: relazione, perizia suppletiva, memoria, appunto. Questi documenti, sebbene non sempre intestati come "monografie", hanno in comune gli elementi costitutivi espressamente dettati da un gran numero di circolari interne che nel corso dei decenni hanno normato in maniera puntigliosa le caratteristiche formali e sostanziali cui le strutture dovevano attenersi per la sua redazione. Di fatto la monografia rivestiva il carattere di istruttoria per il consigliere che aveva il compito di relazionare in Consiglio sul singolo progetto. All'interno dei faldoni le deliberazioni e le loro monografie possono essere ordinate progressivamente per numero di deliberazione oppure organizzate in fascicoli per specifico Servizio/Ripartizione.
Le monografie rappresentano una fonte insostituibile per la conoscenza specifica dei singoli progetti soprattutto per l'assenza degli archivi organici dei singoli Servizi/Divisioni; ma sono anche un punto di osservazione sul funzionamento interno della Cassa, sulle sue prassi di istruttoria e sui rapporti con gli uffici tecnici degli enti concessionari (amministrazioni statali, enti pubblici, consorzi).
Talvolta si trovano anche monografie di delibere "rinviate", cioè procrastinate a successiva seduta: in questo caso la delibera non è presente in bozza e sulla monografia è apposta a penna la dicitura "rinviata".
Insieme alle deliberazioni degli organi collegiali si conservano quelle degli organi monocratici, ivi incluse le cosiddette disposizioni presidenziali, adottate su delega del onsiglio di amministrazione. Anch'esse possono essere corredate da una monografia o da altra documentazione. Nel dettaglio: esercizio 1955-1956 bb. 150-151; esercizio 1956-1957: b. 200; esercizio 1958-1959: b. 280; esercizio 1978: bb. 1655, 1657; esercizio 1979: bb. 1691, 1692, 1694, 1703, 1706; esercizio 1980: bb. 1825, 1836, 1839-1842, 1845-1848, 1875, 1876, 1929-1931.
[a cura di Leonardo Musci]
ordinamento e strutturaLa documentazione è pervenuta ordinata cronologicamente per anno, data della seduta e numero di delibera (numero che, tranne due eccezioni , 1973 e 1977, riparte da 1 all'inizio dell'esercizio). Verificata l'esistenza di diverse numerazioni sui dorsi dei faldoni (una originale, ma non costante, con faldoni non numerati ma inseriti in ordine logico; una seconda presumibilmente apposta al momento del versamento in ACS) e l'usuale compresenza di bis e di salti numerici impropri, si è proceduto a un ordinamento e a una generale rinumerazione dei faldoni (con etichette adesive e colore rosso). L'esito dell'operazione è il seguente: Consiglio di amministrazione, 4 ott. 1950 - 20 mar. 1984 [include le deliberazioni prese nel periodo del commissario del governo Cortesi (22 luglio - 4 agosto 1978) e in quello del Comitato provvisorio di gestione (10 mar. - 27 apr. 1983)]: bb. 1-2299. Comitato esecutivo, 1952-1954: bb. 1-98 Gestione commissariale (Perotti), 7 apr. - 2 ago. 1984: bb. 1-34 Gestione liquidatoria (Perotti, poi Travaglini), 20 ago. 1984 - giu. 1985: bb. 1-69 Commissario del Governo per l'intervento straordinario nel Mezzogiorno (Travaglini), giu. 1985 - ott. 1986): bb. 1-136 Non si è invece proceduto al riordinamento delle deliberazioni fuori posto, compito che esulava dal disciplinare operativo, anche per i variabili criteri con cui esse sono conservate nei diversi anni (a volte in unica sequenza numerica, a volte suddivise per Servizi/Ripartizioni, infine, nell'ultimo periodo commissariale accorpate per "elenchi" o in notevole disordine). E' stato infine realizzato lo spoglio delle delibere al fine di rilevare la presenza delle cosiddette "monografie" (si veda il profilo di questa tipologia documentaria nel campo Contenuto). L'indicazione della loro presenza/assenza, unitamente al numero di faldone nel quale sono conservate, è restituita, insieme ad altri dati, in uno specifico sistema informativo disponibile sul sito dell'Archivio Centrale dello Stato. [a cura di Leonardo Musci]
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strumenti archivisticiRilevazione delle monografie allegate alle delibere del Consiglio di amministrazione: Beatrice Fochetti e Giordana Valente.
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Protocolli delle deliberazioni , 1978 - 1986

Livello di descrizioneseries 10
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strumenti archivisticiInventario a cura di Leonardo Musci e Ornella Stellavato.
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Protocolli della corrispondenza della Segreteria del Consiglio di amministrazione e organismi equivalenti , 1971 - 1993

Livello di descrizioneseries 11
Consistenzaregg. 28
Descrizionebusta 1
regg. 1-4: 1971-1974

busta 2
regg. 5-8: 1975-1977

busta 3
regg. 9-12: 1978-1979

busta 4
regg. 13-16: 1980-1982

busta 5
regg. 17-20: 1983-1985

busta 6
regg. 21-24: 1986-1989

busta 7
regg. 25-28: 1990-1993

[a cura di L. Musci e O. Stellavato]
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