gerarchia | |
Assistenza tecnica , 1967 - 1987 |
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Livello di descrizione | subseries 7 |
Consistenza | bb. 944 |
storia istituzionale/biografia | La Cassa per il Mezzogiorno cominciò a progettare un intervento nel campo dell'assistenza tecnica agricola già nei primi anni della sua attività. Nell'ambito del programma dodecennale degli interventi nel settore dell'agricoltura pubblicato nel 1956, infatti, venne formulato un piano che prevedeva la costituzione di 57 uffici dislocati principalmente nelle zone di trasformazione intensiva, in particolare irrigua. Esso doveva gravare sugli stanziamenti previsti per i sussidi alle opere di competenza privata e i contributi dovevano essere erogati ai sensi dell'articolo 40 del regio decreto n. 215/1933 e dell'articolo 2 della legge n. 515/1942. La realizzazione del piano, affidata ai consorzi di bonifica competenti per territorio, venne avviata a partire dall'esercizio finanziario 1957-1958 con la creazione di particolari strutture, chiamate nuclei di assistenza tecnica (NAT), costituite per aiutare i proprietari e gli agricoltori del comprensorio di riferimento nella realizzazione della trasformazione fondiaria connessa con lo sviluppo delle opere pubbliche di bonifica e per indirizzare le aziende verso le nuove forme di agricoltura intensiva rese possibili dall'attuazione di tali opere. Per ottenere l'istituzione di un nucleo all'interno del proprio comprensorio, i consorzi di bonifica dovevano presentare alla Cassa formale domanda corredata di preventivo delle spese, l'ufficio competente del Servizio bonifiche e trasformazioni fondiarie approntava una perizia di spesa e, dopo l'approvazione di essa da parte del Consiglio di amministrazione, una disposizione presidenziale di concessione erogava il contributo, che poteva ammontare alla totalità della somma ammessa a sussidio o ad una percentuale di essa (solitamente pari all'80% o 90%). I progetti e le relative concessioni venivano identificati dalla sigla MF/[num.], così come le relative pratiche che venivano quindi conservate fra i fascicoli inerenti i finanziamenti concessi ai privati per i miglioramenti fondiari (per questi si rimanda alla serie corrispondente). Le concessioni avevano inizialmente la durata di un triennio. Durante tale periodo, la Cassa si riservava il controllo dell'impiego dei fondi e della funzionalità del nucleo, e, a tal fine, i consorzi concessionari dovevano presentare periodicamente i rendiconti delle spese con i relativi titoli di spesa in originale, relazioni semestrali illustrative dell'attività svolta dal nucleo (circolare n. 2/65935 del 15 dicembre 1962) e dei risultati conseguiti e schede trimestrali riassuntive. Inoltre i nuclei, costituiti da due tecnici, un agronomo e un perito agrario, dovevano predisporre un piano degli orientamenti dell'attività di assistenza tecnica e stilare ogni anno, nell'ambito di esso, un programma delle concrete iniziative da realizzare. Alla metà del 1958 erano già stati istituiti oltre 40 nuclei e il Servizio bonifiche ne seguiva da vicino l'attività, soprattutto per quanto riguardava la preparazione dei tecnici preposti, a beneficio dei quali venne organizzata una riunione di aggiornamento a Roma e una visita istruttiva in Sardegna (seduta Cda n. 475 del 29 luglio 1958). Con il progredire del programma di assistenza, speciali nuclei vennero costituiti anche presso centrali ortofrutticole, nell'ottica di un processo di organizzazione degli agricoltori finalizzato alla commercializzazione dei loro prodotti, mentre altri vennero creati presso gli enti di riforma fondiaria (poi enti di sviluppo); alcune strutture si avvalevano della collaborazione di un'educatrice rurale e venivano designati con il termine di "nuclei integrati". Nel 1962, inoltre, venne costituito all'interno del Servizio bonifiche e trasformazioni fondiarie un apposito Ufficio per l'assistenza tecnica (Disposizione del direttore generale dell'11 aprile 1962). Proprio a partire da questo anno, infatti, quello che era stato un iniziale intervento sperimentale, limitato ad alcuni distretti dove maggiore era l'esigenza di far corrispondere al massiccio impegno delle opere pubbliche di bonifica una risposta anche da parte degli investimenti privati, assunse una struttura definita e si estese alle zone maggiormente interessate dalla trasformazione irrigua (G. Leone, G. Cesarini (a cura di), Assistenza tecnica agricola. Metodologia operativa della Cassa, Roma, 1975, pp. 59-60). Tale struttura venne mantenuta fino all'approvazione della legge 26 giugno 1965, n. 717, che ridefinendo compiti e ambiti territoriali di intervento della Cassa, rese necessaria una riorganizzazione dell'attività di assistenza tecnica. In base alle nuove disposizioni, infatti, alcuni nuclei vennero a trovarsi al di fuori dei comprensori di competenza della Cassa, mentre altri avrebbero dovuto essere costituiti in vista del potenziamento di tale attività previsto dalla legge, che all'articolo 19 recitava: "Per l'espansione e l'ammodernamento delle strutture produttive, sono predisposti servizi di assistenza tecnica a favore delle imprese operanti nei vari settori economici, ivi comprese le cooperative. [...]. All'assistenza tecnica alle imprese agricole, la Cassa provvede avvalendosi degli organi statali e degli enti aventi competenza in materia". In attesa della definizione del piano di coordinamento degli interventi pubblici per lo sviluppo di attività produttive previsto dalla citata legge, nell'ambito del quale elaborare un programma pluriennale di attività, il Consiglio di amministrazione garantì la prosecuzione dell'azione dei nuclei approvando una serie di proroghe fra il luglio 1965 e il settembre 1967. Nel frattempo esso avviò la discussione in merito al riordinamento del settore, individuando nuovi criteri di azione per il proseguimento e potenziamento degli interventi. Tali criteri vennero approvati a partire da un documento presentato da Manlio Rossi Doria durante la seduta del Cda n. 859 del 10 marzo 1967. In particolare, venne potenziato l'impegno per la formazione e l'aggiornamento del personale e vennero modificate alcune procedure per il controllo delle attività dei centri attraverso la standardizzazione dei modelli operativi. Fu avviata inoltre un'azione di coordinamento con gli ispettorati provinciali agrari che dovevano svolgere un ruolo di guida, incontrando periodicamente i tecnici dei centri ed esprimendo un preventivo parere sui programmi di lavoro annuale che questi ultimi dovevano trasmettere alla Cassa. Infatti, in base al piano di coordinamento e alla circolare del Ministero dell'agricoltura e delle foreste n. 40 del 1° luglio 1967, il capo del servizio agrario e l'agronomo responsabile del centro dovevano concordare il programma annuale di lavoro con il competente capo dell'Ispettorato provinciale (circolare n. 2/115315 del 15 settembre 1967). Infine, fu prevista la creazione di nuovi centri, in attuazione di quanto disposto dal piano di coordinamento che assegnò ad ogni centro un ambito di operatività fra i duemila e i tremila ettari. I centri esterni all'area di intervento della Cassa che si trovavano in aree di particolare depressione o nei territori calabresi soggetti alla disciplina della Legge speciale per la Calabria continuarono ad essere finanziati in quanto attingevano ad appositi fondi. L'Ufficio assistenza tecnica stilò un programma per la costituzione entro un quinquennio di 130 centri con compiti di assistenza globale e 15 centri per assistenza specializzata, con particolare riguardo alle aree irrigue (appunto per il Consiglio di amministrazione del 19 giugno 1967). In previsione dell'accrescersi del numero di tali strutture, il Cda decise quindi la creazione di organismi di coordinamento comprensoriali da affidare a enti periferici mediante concessioni (seduta Cda n. 889 del 15 dicembre 1967). Entro la fine del 1967 vennero infine approvate le perizie che finanziavano il prolungamento delle attività dei nuclei già costituiti. Le pratiche vennero identificate da una numerazione e una sigla diversa da quella del progetto originario (MF/[num.]), nella forma AST/[num.], così come i nuovi progetti relativi a tale ambito di intervento, e inserite in un apposito capitolo di spesa, dando vita anche a una distinta serie documentale. Nell'ambito di tale riorganizzazione mutò anche il nome delle strutture che da nuclei passò a centri di assistenza tecnica agricola (CAT). La durata della concessione, proposta nella perizia e definita nella disposizione presidenziale, poteva variare da centro a centro, mentre le modalità di attribuzione del contributo e gli adempimenti amministrativi delle strutture rimasero pressoché invariati. Nella monografia quadro n. 21 del 26 aprile 1969, presentata durante la seduta del 16 maggio 1969, l'Ufficio assistenza tecnica tracciava per il Consiglio di amministrazione un primo bilancio delle attività svolte fino ad allora dai centri. Esse si erano concentrate in prevalenza sulla promozione, sulla guida e sulla assistenza nel settore della trasformazione fondiaria e dello sviluppo della irrigazione. A questa data, risultavano avviate inoltre numerose iniziative ispirate ai principi dell'associazionismo nell'ambito della produzione e della base fondiaria; un ulteriore ambito su cui già a partire dal 1966 alcuni centri si erano specializzati (G. Leone, G. Cesarini (a cura di), op. cit., p. 60). Erano stati infatti intrapresi progetti come aziende a gestione collettiva da parte di piccoli agricoltori in Sardegna e Calabria, cooperative di esercizio, alcuni esperimenti di ricomposizione spontanea dei terreni in forma collettiva in Sardegna, allevamenti ovicoli in forma associata e di bestiame bovino con fondi comuni di rotazione. I centri fornivano inoltre un apporto alla dimostrazione e alla divulgazione tecnologica, alla organizzazione gestionale e di contabilità aziendale, alla valorizzazione e commercializzazione dei prodotti. Fra il 1969 e il 1970 la Cassa iniziò un vero e proprio processo di conversione della metodologia operativa in questo ambito, passando dall'azione dimostrativa e divulgativa rivolta al singolo proprietario a quella di gruppo (G. Leone, G. Cesarini (a cura di), op. cit., p. 130). Poco dopo però il settore fu sottoposto a un'ulteriore riorganizzazione in seguito alla emanazione della legge n. 853/1971, che apportò nuove modifiche all'intervento straordinario nel Mezzogiorno, con il passaggio alle regioni delle attività relative a materie di competenza regionale; in particolare, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 11/1972 venne trasferita a queste ultime, con l'art. 1, "l'assistenza tecnica alle imprese agricole e connessa attività sperimentale, dimostrativa e divulgativa". L'articolo 16 della legge 853/1971 autorizzava tuttavia la Cassa a proseguire gli interventi nelle materie che sarebbero state trasferite alle regioni. In attesa che venisse definito il nuovo assetto in materia e per garantire il proseguimento delle attività, il Cda procedeva, durante la seduta n. 1034 del 29 gennaio 1972, al rinnovo delle concessioni dei centri esistenti e al fine di rendere più tempestiva l'azione promozionale e formativa in tutta l'area di intervento dei centri di assistenza tecnica introduceva uno snellimento nella procedura, stabilendo che per progetti di attività associata, di iniziative particolari ed attività formativa, incontri e viaggi di scambio i contributi sarebbero stati concessi con autorizzazione presidenziale per gli importi inferiori a 10 milioni di lire, con disposizione presidenziale fino ai 20 milioni e mediante deliberazione del Cda per importi superiori ai 20 milioni. All'inizio del 1972 i centri di assistenza tecnica erano 198 e le aziende cooperative a gestione associata promosse grazie alla loro azione avevano raggiunto il numero di 40 con 784 soci in 4500 ettari di superficie (appunto per il Consiglio di amministrazione del 12 gennaio 1972). Tale assetto venne mantenuto ancora per un anno. La delibera CIPE del 15 marzo 1973 sancì infatti il passaggio alle regioni della competenza sui centri di assistenza tecnica agricola, così come sul settore stesso dell'assistenza tecnica, entro il 30 aprile 1973. Essa precisava inoltre che la Cassa era tenuta a fornire la sua collaborazione tecnica, finanziaria e amministrativa per garantire il funzionamento dei centri, anche in vista della loro utilizzazione per i progetti speciali previsti dall'articolo 2 della legge n. 853/1971. Il passaggio fu tuttavia graduale data l'impreparazione delle regioni a gestire tale settore e venne completato solo nel 1975. Il Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, infatti, con lettera del 20 dicembre 1973 diede facoltà alla Cassa di finanziare, su richiesta delle singole regioni, l'attività dei centri anche per l'anno 1974 (circolare n. 2/4090 del 28 gennaio 1974). Il Cda dispose quindi l'erogazione dei finanziamenti alle regioni (tranne la Sardegna, per le quali, vennero fornite anticipazioni agli enti affidatari), le quali acquisivano la gestione diretta dei centri ma dovevano allo stesso tempo inviare la documentazione delle spese sostenute alla Cassa che avrebbe controllato le relative rendicontazioni e iscrivere nei loro bilanci i relativi importi per i successivi rimborsi ad essa (seduta Cda n. 1090 del 22 marzo 1974). Tuttavia il settore dell'assistenza tecnica non venne abbandonato. La delibera del CIPE, infatti, lasciò alla competenza della Cassa le attività a carattere interregionale di promozione, aggiornamento e formazione nel campo dell'addestramento tecnico in agricoltura, con riferimento agli interventi inquadrati nell'ambito dei progetti speciali. Vennero quindi implementate nuove forme di iniziativa. Nel marzo 1973 il Consiglio di amministrazione, per sostenere nei primi anni di attività le aziende agricole a gestione associata create nell'ambito dei programmi di assistenza tecnica, decise l'avvio di un'azione intesa ad assicurare ad esse la possibilità di costituirsi un fondo di dotazione della dimensione massima di dieci milioni di lire attraverso la concessione di crediti da rimborsare in un triennio. Il Consorzio gestioni associate (GEA), costuito dalle aziende stesse, era incaricato di gestire i rimborsi che dovevano avvenire in rate semestrali. Esso era inoltre autorizzato a riutilizzarli per concedere alle aziende consociate crediti a breve termine per le eventuali nuove esigenze delle stesse. Le richieste di accesso ai fondi, presentate dal presidente dell'azienda cooperativa e corredate dalla delibera autorizzativa del Cda, dovevano essere giustificate da effettive esigenze di conversione colturale e munite del visto del centro di assistenza tecnica competente. Le concessioni venivano erogate mediante autorizzazione presidenziale (seduta Cda n. 1068 del 23 marzo 1973). Successivamente, la Cassa sviluppò quindi un programma nei seguenti settori: incontri di aggiornamento e viaggi di scambio per tecnici e agricoltori, piani di conversione colturale, forme associate di economia domestica, interventi di trasformazione aziendale, reperimento e conservazione di materiale tecnico tradizionale. In tale ambito rientrò anche l'intervento a carattere interregionale e intersettoriale di promozione e formazione di forme associative fra gli agricoltori volte alla ristrutturazione e trasformazione delle imprese produttive. Tale azione, autorizzata dal Cda nella seduta del 10 gennaio 1975, andava ad affiancare quella dei progetti speciali e costituiva uno strumento di rilievo per il progetto speciale dell'irrigazione (appunto per il Cda presentato nella seduta del 10 gennaio 1975). L'intervento già avviato dal 1969 mediante i centri di assistenza agricola era proseguito a partire dal 1973 mediante un ristretto gruppo di tecnici che coordinavano tale azione specialistica attraverso tre centri di coordinamento interregionali (Associazione nazionale delle bonifiche, Associazione siciliana dei consorzi e degli enti di bonifica e di miglioramento fondiario, Consorzio gestioni associate), la cui operatività fu garantita fino a tutto il 1980 dal Cda con delibera dell'11 luglio 1974, in stretta collaborazione con l'Ufficio assistenza tecnica. A tale programma collaborava anche personale dei centri di assistenza tecnica messo a disposizione dalle regioni. Obiettivo era quello di promuovere la conduzione cooperativa di aziende e attività agricole e la realizzazione dei necessari interventi di miglioramento fondiario. Gli interventi promozionali di trasformazione fondiaria di cooperative di gestione venivano finanziati sul capitolo di spesa per le opere private, quelli a carattere formativo, per opere minori e per i centri specializzati di coordinamento facevano invece capo ad uno specifico fondo comune formatosi da economie su concessioni già emesse e successivamente integrato (seduta Cda n. 1134 del 19 dicembre 1975). Le singole cooperative presentavano un progetto, con l'aiuto del centro di assistenza tecnica competente, e il contributo veniva concesso con condizioni di particolare agevolazione, sia nella misura, attraverso l'istituzione di un premio aggiuntivo ai sensi dell'articolo 40 del regio decreto n. 215/1933, sia nelle modalità di erogazione, che avveniva mediante la concessione di acconti in base alla presentazione di stati di avanzamento e di certificati di regolare esecuzione. Le autorizzazioni di spesa venivano emesse secondo i criteri già stabiliti nella seduta Cda n. 1034 del 29 gennaio 1972. La liquidazione finale del contributo era subordinata all'accertamento di regolare esecuzione dei lavori da parte dell'Ispettorato compartimentale agrario. La Cassa riuscì a proseguire l'azione in questo settore anche dopo l'emanazione della Legge n. 183/1976, in base alla quale gli interventi di trasformazione fondiaria non erano più di diretta competenza della Cassa. L'Ufficio assistenza tecnica presentò sull'argomento una monografia quadro al Consiglio di amministrazione che, nella seduta del 1° agosto 1977, l'approvò, autorizzandolo al completamento dell'intervento, facendo leva sull'art. 8 della legge medesima che stabiliva che nei progetti speciali potevano essere ricomprese attività di promozione e sostegno tecnico-finanziario a favore di forme associative fra piccoli agricoltori. Il documento presentava anche un bilancio dei risultati conseguiti nell'ultimo quinquennio durante il quale era avvenuta la fusione di 1464 aziende agricole individuali in 76 unità cooperative di produzione e la formazione di 30 imprese cooperative specialistiche nel settore avicolo, serricolo e artigiano. L'azione di assistenza aveva riguardato essenzialmente la formazione delle società cooperative, l'avvio alla lavorazione in comune e le attività di trasformazione fondiaria, conversione colturale, organizzazione della gestione, attraverso i diversi canali di finanziamento consentiti dalle leggi in vigore. Successivamente alla riorganizzazione dell'assetto della Cassa fra il 1978 e il 1979, la competenza sull'assistenza tecnica passò dapprima alla Divisione IV (Completamento interventi in agricoltura) della Ripartizione Attività per le regioni e successivamente alla Divisione IX (Completamento interventi in agricoltura) della Ripartizione Progetti Promozionali che gestirono la conclusione. Durante la seduta del Cda n. 1351 del 29 marzo 1979 venne stabilito un programma di revisione delle iniziative di assistenza tecnica determinando la disponibilità finanziaria massima per ciascuna delle aziende associate sovvenzionate e venne precisato che non potevano essere finanziate ulteriori richieste. Infine, nel gennaio 1983, il Cda decideva la chiusura dell'attività creditizia autorizzata dalla GEA (seduta Cda n. 1657 del 12 gennaio 1983), che fra il 1973 e il 1977 aveva visto l'attivazione di 61 iniziative a favore di altrettante cooperative. [a cura di Ornella Stellavato] |
Persone |
Rossi Doria Manlio |
Luoghi |
Sardegna Calabria |
Enti |
Comitato interministeriale per la programmazione economica - CIPE |
strumenti di ricerca | schedatura delle pratiche di assistenza tecnica |
mostra tutte le schede aperte |
gerarchia | |
Assistenza tecnica - AST , 1967 - 1987 (con docc. del 1960) |
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Livello di descrizione | subseries |
Consistenza | bb. 379 |
storia istituzionale/biografia | La Cassa per il Mezzogiorno cominciò a progettare un intervento nel campo dell'assistenza tecnica agricola già nei primi anni della sua attività. Nell'ambito del programma dodecennale degli interventi nel settore dell'agricoltura pubblicato nel 1956, infatti, venne formulato un piano che prevedeva la costituzione di 57 uffici dislocati principalmente nelle zone di trasformazione intensiva, in particolare irrigua. Esso doveva gravare sugli stanziamenti previsti per i sussidi alle opere di competenza privata e i contributi dovevano essere erogati ai sensi dell'articolo 40 del regio decreto n. 215/1933 e dell'articolo 2 della legge n. 515/1942. La realizzazione del piano, affidata ai consorzi di bonifica competenti per territorio, venne avviata a partire dall'esercizio finanziario 1957-1958 con la creazione di particolari strutture, chiamate nuclei di assistenza tecnica (NAT), costituite per aiutare i proprietari e gli agricoltori del comprensorio di riferimento nella realizzazione della trasformazione fondiaria connessa con lo sviluppo delle opere pubbliche di bonifica e per indirizzare le aziende verso le nuove forme di agricoltura intensiva rese possibili dall'attuazione di tali opere. Per ottenere l'istituzione di un nucleo all'interno del proprio comprensorio, i consorzi di bonifica dovevano presentare alla Cassa formale domanda corredata di preventivo delle spese, l'ufficio competente del Servizio bonifiche e trasformazioni fondiarie approntava una perizia di spesa e, dopo l'approvazione di essa da parte del Consiglio di amministrazione, una disposizione presidenziale di concessione erogava il contributo, che poteva ammontare alla totalità della somma ammessa a sussidio o ad una percentuale di essa (solitamente pari all'80% o 90%). I progetti e le relative concessioni venivano identificati dalla sigla MF/[num.], così come le relative pratiche che venivano quindi conservate fra i fascicoli inerenti i finanziamenti concessi ai privati per i miglioramenti fondiari (per questi si rimanda alla serie corrispondente). Le concessioni avevano inizialmente la durata di un triennio. Durante tale periodo, la Cassa si riservava il controllo dell'impiego dei fondi e della funzionalità del nucleo, e, a tal fine, i consorzi concessionari dovevano presentare periodicamente i rendiconti delle spese con i relativi titoli di spesa in originale, relazioni semestrali illustrative dell'attività svolta dal nucleo (circolare n. 2/65935 del 15 dicembre 1962) e dei risultati conseguiti e schede trimestrali riassuntive. Inoltre i nuclei, costituiti da due tecnici, un agronomo e un perito agrario, dovevano predisporre un piano degli orientamenti dell'attività di assistenza tecnica e stilare ogni anno, nell'ambito di esso, un programma delle concrete iniziative da realizzare. Alla metà del 1958 erano già stati istituiti oltre 40 nuclei e il Servizio bonifiche ne seguiva da vicino l'attività, soprattutto per quanto riguardava la preparazione dei tecnici preposti, a beneficio dei quali venne organizzata una riunione di aggiornamento a Roma e una visita istruttiva in Sardegna (seduta Cda n. 475 del 29 luglio 1958). Con il progredire del programma di assistenza, speciali nuclei vennero costituiti anche presso centrali ortofrutticole, nell'ottica di un processo di organizzazione degli agricoltori finalizzato alla commercializzazione dei loro prodotti, mentre altri vennero creati presso gli enti di riforma fondiaria (poi enti di sviluppo); alcune strutture si avvalevano della collaborazione di un'educatrice rurale e venivano designati con il termine di "nuclei integrati". Nel 1962, inoltre, venne costituito all'interno del Servizio bonifiche e trasformazioni fondiarie un apposito Ufficio per l'assistenza tecnica (Disposizione del direttore generale dell'11 aprile 1962). Proprio a partire da questo anno, infatti, quello che era stato un iniziale intervento sperimentale, limitato ad alcuni distretti dove maggiore era l'esigenza di far corrispondere al massiccio impegno delle opere pubbliche di bonifica una risposta anche da parte degli investimenti privati, assunse una struttura definita e si estese alle zone maggiormente interessate dalla trasformazione irrigua (G. Leone, G. Cesarini (a cura di), Assistenza tecnica agricola. Metodologia operativa della Cassa, Roma, 1975, pp. 59-60). Tale struttura venne mantenuta fino all'approvazione della legge 26 giugno 1965, n. 717, che ridefinendo compiti e ambiti territoriali di intervento della Cassa, rese necessaria una riorganizzazione dell'attività di assistenza tecnica. In base alle nuove disposizioni, infatti, alcuni nuclei vennero a trovarsi al di fuori dei comprensori di competenza della Cassa, mentre altri avrebbero dovuto essere costituiti in vista del potenziamento di tale attività previsto dalla legge, che all'articolo 19 recitava: "Per l'espansione e l'ammodernamento delle strutture produttive, sono predisposti servizi di assistenza tecnica a favore delle imprese operanti nei vari settori economici, ivi comprese le cooperative. [...]. All'assistenza tecnica alle imprese agricole, la Cassa provvede avvalendosi degli organi statali e degli enti aventi competenza in materia". In attesa della definizione del piano di coordinamento degli interventi pubblici per lo sviluppo di attività produttive previsto dalla citata legge, nell'ambito del quale elaborare un programma pluriennale di attività, il Consiglio di amministrazione garantì la prosecuzione dell'azione dei nuclei approvando una serie di proroghe fra il luglio 1965 e il settembre 1967. Nel frattempo esso avviò la discussione in merito al riordinamento del settore, individuando nuovi criteri di azione per il proseguimento e potenziamento degli interventi. Tali criteri vennero approvati a partire da un documento presentato da Manlio Rossi Doria durante la seduta del Cda n. 859 del 10 marzo 1967. In particolare, venne potenziato l'impegno per la formazione e l'aggiornamento del personale e vennero modificate alcune procedure per il controllo delle attività dei centri attraverso la standardizzazione dei modelli operativi. Fu avviata inoltre un'azione di coordinamento con gli ispettorati provinciali agrari che dovevano svolgere un ruolo di guida, incontrando periodicamente i tecnici dei centri ed esprimendo un preventivo parere sui programmi di lavoro annuale che questi ultimi dovevano trasmettere alla Cassa. Infatti, in base al piano di coordinamento e alla circolare del Ministero dell'agricoltura e delle foreste n. 40 del 1° luglio 1967, il capo del servizio agrario e l'agronomo responsabile del centro dovevano concordare il programma annuale di lavoro con il competente capo dell'Ispettorato provinciale (circolare n. 2/115315 del 15 settembre 1967). Infine, fu prevista la creazione di nuovi centri, in attuazione di quanto disposto dal piano di coordinamento che assegnò ad ogni centro un ambito di operatività fra i duemila e i tremila ettari. I centri esterni all'area di intervento della Cassa che si trovavano in aree di particolare depressione o nei territori calabresi soggetti alla disciplina della Legge speciale per la Calabria continuarono ad essere finanziati in quanto attingevano ad appositi fondi. L'Ufficio assistenza tecnica stilò un programma per la costituzione entro un quinquennio di 130 centri con compiti di assistenza globale e 15 centri per assistenza specializzata, con particolare riguardo alle aree irrigue (appunto per il Consiglio di amministrazione del 19 giugno 1967). In previsione dell'accrescersi del numero di tali strutture, il Cda decise quindi la creazione di organismi di coordinamento comprensoriali da affidare a enti periferici mediante concessioni (seduta Cda n. 889 del 15 dicembre 1967). Entro la fine del 1967 vennero infine approvate le perizie che finanziavano il prolungamento delle attività dei nuclei già costituiti. Le pratiche vennero identificate da una numerazione e una sigla diversa da quella del progetto originario (MF/[num.]), nella forma AST/[num.], così come i nuovi progetti relativi a tale ambito di intervento, e inserite in un apposito capitolo di spesa, dando vita anche a una distinta serie documentale. Nell'ambito di tale riorganizzazione mutò anche il nome delle strutture che da nuclei passò a centri di assistenza tecnica agricola (CAT). La durata della concessione, proposta nella perizia e definita nella disposizione presidenziale, poteva variare da centro a centro, mentre le modalità di attribuzione del contributo e gli adempimenti amministrativi delle strutture rimasero pressoché invariati. Nella monografia quadro n. 21 del 26 aprile 1969, presentata durante la seduta del 16 maggio 1969, l'Ufficio assistenza tecnica tracciava per il Consiglio di amministrazione un primo bilancio delle attività svolte fino ad allora dai centri. Esse si erano concentrate in prevalenza sulla promozione, sulla guida e sulla assistenza nel settore della trasformazione fondiaria e dello sviluppo della irrigazione. A questa data, risultavano avviate inoltre numerose iniziative ispirate ai principi dell'associazionismo nell'ambito della produzione e della base fondiaria; un ulteriore ambito su cui già a partire dal 1966 alcuni centri si erano specializzati (G. Leone, G. Cesarini (a cura di), op. cit., p. 60). Erano stati infatti intrapresi progetti come aziende a gestione collettiva da parte di piccoli agricoltori in Sardegna e Calabria, cooperative di esercizio, alcuni esperimenti di ricomposizione spontanea dei terreni in forma collettiva in Sardegna, allevamenti ovicoli in forma associata e di bestiame bovino con fondi comuni di rotazione. I centri fornivano inoltre un apporto alla dimostrazione e alla divulgazione tecnologica, alla organizzazione gestionale e di contabilità aziendale, alla valorizzazione e commercializzazione dei prodotti. Fra il 1969 e il 1970 la Cassa iniziò un vero e proprio processo di conversione della metodologia operativa in questo ambito, passando dall'azione dimostrativa e divulgativa rivolta al singolo proprietario a quella di gruppo (G. Leone, G. Cesarini (a cura di), op. cit., p. 130). Poco dopo però il settore fu sottoposto a un'ulteriore riorganizzazione in seguito alla emanazione della legge n. 853/1971, che apportò nuove modifiche all'intervento straordinario nel Mezzogiorno, con il passaggio alle regioni delle attività relative a materie di competenza regionale; in particolare, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 11/1972 venne trasferita a queste ultime, con l'art. 1, "l'assistenza tecnica alle imprese agricole e connessa attività sperimentale, dimostrativa e divulgativa". L'articolo 16 della legge 853/1971 autorizzava tuttavia la Cassa a proseguire gli interventi nelle materie che sarebbero state trasferite alle regioni. In attesa che venisse definito il nuovo assetto in materia e per garantire il proseguimento delle attività, il Cda procedeva, durante la seduta n. 1034 del 29 gennaio 1972, al rinnovo delle concessioni dei centri esistenti e al fine di rendere più tempestiva l'azione promozionale e formativa in tutta l'area di intervento dei centri di assistenza tecnica introduceva uno snellimento nella procedura, stabilendo che per progetti di attività associata, di iniziative particolari ed attività formativa, incontri e viaggi di scambio i contributi sarebbero stati concessi con autorizzazione presidenziale per gli importi inferiori a 10 milioni di lire, con disposizione presidenziale fino ai 20 milioni e mediante deliberazione del Cda per importi superiori ai 20 milioni. All'inizio del 1972 i centri di assistenza tecnica erano 198 e le aziende cooperative a gestione associata promosse grazie alla loro azione avevano raggiunto il numero di 40 con 784 soci in 4500 ettari di superficie (appunto per il Consiglio di amministrazione del 12 gennaio 1972). Tale assetto venne mantenuto ancora per un anno. La delibera CIPE del 15 marzo 1973 sancì infatti il passaggio alle regioni della competenza sui centri di assistenza tecnica agricola, così come sul settore stesso dell'assistenza tecnica, entro il 30 aprile 1973. Essa precisava inoltre che la Cassa era tenuta a fornire la sua collaborazione tecnica, finanziaria e amministrativa per garantire il funzionamento dei centri, anche in vista della loro utilizzazione per i progetti speciali previsti dall'articolo 2 della legge n. 853/1971. Il passaggio fu tuttavia graduale data l'impreparazione delle regioni a gestire tale settore e venne completato solo nel 1975. Il Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, infatti, con lettera del 20 dicembre 1973 diede facoltà alla Cassa di finanziare, su richiesta delle singole regioni, l'attività dei centri anche per l'anno 1974 (circolare n. 2/4090 del 28 gennaio 1974). Il Cda dispose quindi l'erogazione dei finanziamenti alle regioni (tranne la Sardegna, per le quali, vennero fornite anticipazioni agli enti affidatari), le quali acquisivano la gestione diretta dei centri ma dovevano allo stesso tempo inviare la documentazione delle spese sostenute alla Cassa che avrebbe controllato le relative rendicontazioni e iscrivere nei loro bilanci i relativi importi per i successivi rimborsi ad essa (seduta Cda n. 1090 del 22 marzo 1974). Tuttavia il settore dell'assistenza tecnica non venne abbandonato. La delibera del CIPE, infatti, lasciò alla competenza della Cassa le attività a carattere interregionale di promozione, aggiornamento e formazione nel campo dell'addestramento tecnico in agricoltura, con riferimento agli interventi inquadrati nell'ambito dei progetti speciali. Vennero quindi implementate nuove forme di iniziativa. Nel marzo 1973 il Consiglio di amministrazione, per sostenere nei primi anni di attività le aziende agricole a gestione associata create nell'ambito dei programmi di assistenza tecnica, decise l'avvio di un'azione intesa ad assicurare ad esse la possibilità di costituirsi un fondo di dotazione della dimensione massima di dieci milioni di lire attraverso la concessione di crediti da rimborsare in un triennio. Il Consorzio gestioni associate (GEA), costuito dalle aziende stesse, era incaricato di gestire i rimborsi che dovevano avvenire in rate semestrali. Esso era inoltre autorizzato a riutilizzarli per concedere alle aziende consociate crediti a breve termine per le eventuali nuove esigenze delle stesse. Le richieste di accesso ai fondi, presentate dal presidente dell'azienda cooperativa e corredate dalla delibera autorizzativa del Cda, dovevano essere giustificate da effettive esigenze di conversione colturale e munite del visto del centro di assistenza tecnica competente. Le concessioni venivano erogate mediante autorizzazione presidenziale (seduta Cda n. 1068 del 23 marzo 1973). Successivamente, la Cassa sviluppò quindi un programma nei seguenti settori: incontri di aggiornamento e viaggi di scambio per tecnici e agricoltori, piani di conversione colturale, forme associate di economia domestica, interventi di trasformazione aziendale, reperimento e conservazione di materiale tecnico tradizionale. In tale ambito rientrò anche l'intervento a carattere interregionale e intersettoriale di promozione e formazione di forme associative fra gli agricoltori volte alla ristrutturazione e trasformazione delle imprese produttive. Tale azione, autorizzata dal Cda nella seduta del 10 gennaio 1975, andava ad affiancare quella dei progetti speciali e costituiva uno strumento di rilievo per il progetto speciale dell'irrigazione (appunto per il Cda presentato nella seduta del 10 gennaio 1975). L'intervento già avviato dal 1969 mediante i centri di assistenza agricola era proseguito a partire dal 1973 mediante un ristretto gruppo di tecnici che coordinavano tale azione specialistica attraverso tre centri di coordinamento interregionali (Associazione nazionale delle bonifiche, Associazione siciliana dei consorzi e degli enti di bonifica e di miglioramento fondiario, Consorzio gestioni associate), la cui operatività fu garantita fino a tutto il 1980 dal Cda con delibera dell'11 luglio 1974, in stretta collaborazione con l'Ufficio assistenza tecnica. A tale programma collaborava anche personale dei centri di assistenza tecnica messo a disposizione dalle regioni. Obiettivo era quello di promuovere la conduzione cooperativa di aziende e attività agricole e la realizzazione dei necessari interventi di miglioramento fondiario. Gli interventi promozionali di trasformazione fondiaria di cooperative di gestione venivano finanziati sul capitolo di spesa per le opere private, quelli a carattere formativo, per opere minori e per i centri specializzati di coordinamento facevano invece capo ad uno specifico fondo comune formatosi da economie su concessioni già emesse e successivamente integrato (seduta Cda n. 1134 del 19 dicembre 1975). Le singole cooperative presentavano un progetto, con l'aiuto del centro di assistenza tecnica competente, e il contributo veniva concesso con condizioni di particolare agevolazione, sia nella misura, attraverso l'istituzione di un premio aggiuntivo ai sensi dell'articolo 40 del regio decreto n. 215/1933, sia nelle modalità di erogazione, che avveniva mediante la concessione di acconti in base alla presentazione di stati di avanzamento e di certificati di regolare esecuzione. Le autorizzazioni di spesa venivano emesse secondo i criteri già stabiliti nella seduta Cda n. 1034 del 29 gennaio 1972. La liquidazione finale del contributo era subordinata all'accertamento di regolare esecuzione dei lavori da parte dell'Ispettorato compartimentale agrario. La Cassa riuscì a proseguire l'azione in questo settore anche dopo l'emanazione della Legge n. 183/1976, in base alla quale gli interventi di trasformazione fondiaria non erano più di diretta competenza della Cassa. L'Ufficio assistenza tecnica presentò sull'argomento una monografia quadro al Consiglio di amministrazione che, nella seduta del 1° agosto 1977, l'approvò, autorizzandolo al completamento dell'intervento, facendo leva sull'art. 8 della legge medesima che stabiliva che nei progetti speciali potevano essere ricomprese attività di promozione e sostegno tecnico-finanziario a favore di forme associative fra piccoli agricoltori. Il documento presentava anche un bilancio dei risultati conseguiti nell'ultimo quinquennio durante il quale era avvenuta la fusione di 1464 aziende agricole individuali in 76 unità cooperative di produzione e la formazione di 30 imprese cooperative specialistiche nel settore avicolo, serricolo e artigiano. L'azione di assistenza aveva riguardato essenzialmente la formazione delle società cooperative, l'avvio alla lavorazione in comune e le attività di trasformazione fondiaria, conversione colturale, organizzazione della gestione, attraverso i diversi canali di finanziamento consentiti dalle leggi in vigore. Successivamente alla riorganizzazione dell'assetto della Cassa fra il 1978 e il 1979, la competenza sull'assistenza tecnica passò dapprima alla Divisione IV (Completamento interventi in agricoltura) della Ripartizione Attività per le regioni e successivamente alla Divisione IX (Completamento interventi in agricoltura) della Ripartizione Progetti Promozionali che gestirono la conclusione. Durante la seduta del Cda n. 1351 del 29 marzo 1979 venne stabilito un programma di revisione delle iniziative di assistenza tecnica determinando la disponibilità finanziaria massima per ciascuna delle aziende associate sovvenzionate e venne precisato che non potevano essere finanziate ulteriori richieste. Infine, nel gennaio 1983, il Cda decideva la chiusura dell'attività creditizia autorizzata dalla GEA (seduta Cda n. 1657 del 12 gennaio 1983), che fra il 1973 e il 1977 aveva visto l'attivazione di 61 iniziative a favore di altrettante cooperative. [a cura di Ornella Stellavato] |
storia archivistica | La serie è stata ricondizionata in una fase successiva alla produzione della documentazione (probabilmente negli anni '80) - le camicie originali sono state infatti inserite in coperte intestate "Cassa per il Mezzogiorno", "Intervento straordinario nel Mezzogiorno", "Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno" - ed è stata unita ad altre due serie documentali. Le buste presentavano infatti una numerazione che si sovrapponeva in parte, distinta solo dalla sigle AST/[num.], per i progetti relativi ai centri di assistenza tecnica agricola, AST/APD/[num.], per i fascicoli relativi ai progetti realizzati nell'ambito dell'assistenza tecnica nelle aree di particolare depressione, AST/CAL/[num.] per quelli riguardanti i centri di assistenza istituiti in Calabria e finanziati con gli appositi fondi della legge 26 novembre 1955, n. 1177, AST/FC/[num.], per le pratiche relative al finanziamento di attività mediante il fondo comune. I fascicoli e i sottofascicoli versavano in uno stato di grave disordine e il contenuto delle buste non sempre rispecchiava quanto indicato sul dorso delle stesse. La documentazione è stata quindi sottoposta a un intervento di riordinamento finalizzato a distinguere le apposite serie e sottoserie. I fascicoli sono stati quindi sottoposti ad una attività di rilevamento dati al fine di implementare un apposito database. Sono stati rilevati i seguenti dati, corrispondenti ai relativi campi: "Numero di progetto"; "Concessionario"; "Comprensorio di bonifica"; "Regione, Provincia, Comune, Località"; "Importo progetto"; "Importo contributo ammesso"; Importo contributo concesso"; "Numero e Data della concessione"; "Tipologia dell'opera finanziata"; "Materiale iconografico"; "Note". [a cura di Ornella Stellavato] |
Descrizione | La serie riguarda le concessioni per l'istituzione o il prolungamento delle attività dei centri di assistenza tecnica agli agricoltori rilasciate successivamente all'approvazione della legge 26 giugno 1965, n. 717, e gli interventi di promozione e sostegno di forme associative fra gli agricoltori. I fascicoli relativi ai centri di assistenza tecnica contengono le copie delle perizie presentate al Consiglio di amministrazione dall'Ufficio assistenza tecnica del Servizio bonifiche e trasformazioni fondiarie, delle relative delibere di approvazione del Cda e della disposizione presidenziale che assegnava il contributo necessario a finanziare il mantenimento o a istituire il centro da parte dell'ente concessionario. Conservano inoltre la corrispondenza con tale ente relativa all'assunzione di personale o a questioni attinenti ad esso, a richieste di autorizzazione per varie iniziative, relazioni periodiche sull'attività del centro o programmi annuali delle iniziative da effettuarsi, il carteggio con l'ente concessionario o con il centro stesso relativo alle spese o alla rendicontazione delle stesse e alla corrispondente autorizzazione da parte della Cassa, nonché le comunicazioni di proroga della concessione. Non sono presenti invece i rendiconti di spesa che venivano trasmessi dall'Ufficio assistenza tecnica all'Ufficio amministrativo per le opere private di bonifica per l'emissione del mandato di pagamento. Nei fascicoli relativi al finanziamento per la prosecuzione delle attività dei centri, possono essere presenti copia della perizia, della delibera Cda e della disposizione presidenziale con cui è stato concesso il contributo per l'istituzione dell'originario nucleo di assistenza tecnica agricola. Possono essere presenti fotografie. I fascicoli relativi agli interventi promozionali conservano richieste di contributo da parte di cooperative agricole, documentazione progettuale, lettera di autorizzazione o disposizione presidenziale in copia, copia monografie redatte dall'Ufficio assistenza tecnica, copie delibere del Consiglio di amministrazione, approvazione del progetto da parte degli uffici del Genio civile, copia richieste emissioni dei mandati di pagamento, richieste acconti e stati di avanzamento lavori, documentazione relativa al collaudo parziale o totale delle opere, disposizione presidenziale di approvazione del collaudo in copia, corrispondenza con assessorati regionali all'agricoltura, copia della deliberazione commissariale di revoca o chiusura della concessione. [a cura di Ornella Stellavato] |
ordinamento e struttura | Le buste recano sul dorso il numero di progetto, nonché l'indicazione della regione e della provincia in cui esso viene realizzato. Ciascun fascicolo reca sulla coperta la segnatura del numero di progetto, corrispondente al numero della perizia approvata, nella forma AST/[num.], e del numero della disposizione di concessione, diverso da quello del progetto, nella forma CAT/[num.]. Sulla camicia è inoltre segnato il numero corrispondente a quello che si trova a volte stampigliato sulla copia della perizia probabilmente riferentesi all'elenco con cui queste ultime venivano presentate al Consiglio di amministrazione. Sulla camicia sono indicati anche i seguenti dati: regione, provincia, comprensorio di bonifica, ente concessionario, sede del centro e importo. Può essere riportato inoltre il riferimento al numero del progetto, nella forma MF/[num.], relativo alla istituzione del centro, il cui relativo fascicolo è conservato nella serie riguardante i contributi per il miglioramento fondiario, in quanto parte integrante di tale settore di intervento e con imputazione della spesa sui relativi fondi. I fascicoli si articolano per la maggior parte nei seguenti sottofascicoli: "concessione, monografia, delibera", "varie", "personale", "relazioni tecniche", "seguiti amministrativi"; quelli relativi ai finanziamenti alle aziende associate sono organizzati per lo più secondo tale articolazione: "progetto", "concessione", "acconto", accertamento totale", "accertamento parziale". I numeri dei progetti non corrispondono all'ordine cronologico di presentazione delle perizie. La serie appare lacunosa, molti fascicoli risultano infatti mancanti. Si segnala infine che la numerazione dei fascicoli si sovrappone a quella della serie AST/APD fino al numero 132, a partire dal numero successivo infatti essa appare consecutiva. [a cura di Ornella Stellavato] |
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strumenti archivistici | Banca dati: Beatrice Fochetti e Giordana Valente. |
strumenti di ricerca | schedatura delle pratiche |
gerarchia | |
Assistenza tecnica Calabria - AST/CAL , 1967 - 1971 |
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Livello di descrizione | subseries |
Consistenza | bb. 5 |
storia istituzionale/biografia | La legge 26 novembre 1955, n. 1177, affidò alla Cassa per il Mezzogiorno l'attuazione di un piano dodecennale di opere straordinarie da realizzare in Calabria, comprendente anche la bonifica montana e valliva. A tal fine la Cassa doveva elaborare un piano regolatore di massima di tutte le attività previste. Tale programma, approvato dal Consiglio di amministrazione il 30 maggio 1956 e dal Comitato dei ministri per il Mezzogiorno il 20 febbraio 1957, prevedeva un capitolo di spesa dedicato all'assistenza tecnica. L'intervento in questo settore venne avviato durante l'esercizio finanziario 1957-1958 con l'istituzione dei primi 18 nuclei di assistenza tecnica agli agricoltori dislocati nelle zone più interessate dai programmi di opere pubbliche e private, sia di conservazione del suolo che di valorizzazione agricola. Le procedure di concessione e gli adempimenti richiesti agli enti concessionari ricalcavano quelli previsti per il programma di assistenza tecnica negli altri territori di intervento della Cassa. Successivamente alla emanazione della legge 26 giugno 1965, n. 717, che ridisegnò i comprensori di competenza della Cassa, alcuni nuclei rimasero al di fuori di essi. Fra questi cinque centri rientravano tuttavia nella competenza della Legge speciale Calabria e fu possibile continuarne il finanziamento. I relativi progetti vennero quindi identificati con la sigla AST/CAL. [a cura di Ornella Stellavato] |
storia archivistica | I fascicoli sono stati ricondizionati probabilmente negli anni '80 e uniti alle altre due serie documentarie relative a progetti di assistenza tecnica che recano una numerazione in parte distinta e sono identificati da sigle diverse: AST/[num.], per i progetti relativi ai centri di assistenza tecnica agricola, AST/APD/[num.], per i fascicoli relativi ai progetti realizzati nell'ambito dell'assistenza tecnica nelle aree di particolare depressione, AST/CAL/[num.] per quelli riguardanti i centri di assistenza istituiti in Calabria utilizzando i fondi della legge speciale Calabria (legge 26 novembre 1955, n. 1177), AST/FC/[num.], per le pratiche relative al finanziamento di attività mediante il fondo comune. Le rispettive serie sono state identificate e distinte. I fascicoli sono stati quindi sottoposti ad una attività di rilevamento dati al fine di implementare un apposito database. Sono stati rilevati i seguenti dati, corrispondenti ai relativi campi: "Numero di progetto"; "Concessionario"; "Comprensorio di bonifica"; "Regione, Provincia, Comune, Località"; "Importo progetto"; "Importo contributo ammesso"; Importo contributo concesso"; "Numero e Data della concessione"; "Tipologia dell'opera finanziata"; "Materiale iconografico"; "Note". [a cura di Ornella Stellavato] |
Descrizione | La serie riguarda l'istituzione e il prolungamento delle attività dei centri di assistenza tecnica agricola in Calabria posti al di fuori dei comprensori agricoli di competenza della Cassa per il Mezzogiorno ai sensi degli articoli 6 e 7 della legge 26 giugno 1965, n. 717. Contiene le copie delle perizie presentate al Consiglio di amministrazione dall'Ufficio assistenza tecnica del Servizio bonifiche e trasformazioni fondiarie, delle relative delibere di approvazione del Consiglio di amministrazione e della disposizione presidenziale che assegnava il contributo necessario a finanziare il mantenimento o l'istituzione del centro da parte dell'ente concessionario. Può essere presente la relazione tecnica dell'ente concessionario circa la possibilità di istituzione del centro e documentazione cartografica allegata. Conserva inoltre la corrispondenza con tale ente relativa all'assunzione di personale o a questioni attinenti ad esso, a richieste di autorizzazione per varie iniziative, relazioni semestrali o programmi annuali sull'attività del centro, il carteggio con l'ente concessionario o con il centro stesso relativo alle spese o alla rendicontazione delle stesse e alla corrispondente autorizzazione da parte della Cassa, nonché le comunicazioni di proroga della concessione. [a cura di Ornella Stellavato] |
ordinamento e struttura | Sul dorso di ciascuna busta è indicato il numero del progetto, la regione e la provincia di realizzazione. Ciascun fascicolo reca sulla coperta la segnatura del numero di progetto, corrispondente al numero della perizia approvata, nella forma AST/CAL[num.], e del numero della disposizione di concessione, diverso da quello del progetto, nella forma CAT/[num.]. Sulla camicia è inoltre segnato il numero corrispondente a quello che si trova a volte stampigliato sulla copia della perizia probabilmente riferentesi all'elenco con cui queste ultime venivano presentate al Consiglio di amministrazione. Sulla camicia sono indicati anche i seguenti dati: regione, provincia, comprensorio di bonifica, ente concessionario, sede del centro e importo. [a cura di Ornella Stellavato] |
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strumenti archivistici | Banca dati: Beatrice Fochetti e Giordana Valente. |
strumenti di ricerca | schedatura delle pratiche |
gerarchia | |
Assistenza tecnica fondo comune - AST/FC , 1975 - 1987 |
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Livello di descrizione | subseries |
Consistenza | bb. 5 |
storia istituzionale/biografia | Nel 1975 la Cassa per il Mezzogiorno varò un programma diretto alla promozione e formazione di forme associative fra gli agricoltori volte alla ristrutturazione e trasformazione delle imprese produttive. Nell'ambito di esso, approvato nella seduta del 10 gennaio 1975, erano previste particolari iniziative promozionali che il Consiglio di amministrazione decise di finanziare mediante l'utilizzo di un apposito fondo detto "Fondo comune". Tale fondo era stato incrementato nel tempo, a partire dal 1967 e poi nel 1972, mediante le economie derivanti dalla chiusura delle concessioni dei centri di assistenza tecnica (sedute Cda n. 853 dell'11 gennaio 1967 e n. 1034 del 29 gennaio 1972) e successivamente integrato anche nel 1974 (sedute Cda n. 1091 del 4 aprile 1974 e n. 1096 del 31 maggio 1974). Nell'approvare il nuovo programma il Consiglio stabilì di destinare al fondo comune le economie recuperate sulle anticipazioni disposte per attività di assistenza tecnica e di riservarle al settore delle attività promozionali, utilizzandole, nel dettaglio, per le esigenze operative dei tecnici impegnati nell'azione promozionale, per incontri di aggiornamento e formazione di tecnici ed agricoltori impegnati nell'associazionismo, per oneri di consulenza operativa, visite e viaggi di scambio, per iniziative particolari nel quadro degli interventi promozionali e per la costituzione e sviluppo di aziende a gestione cooperativa. Successivamente il Cda precisò che gli interventi promozionali di trasformazione fondiaria di cooperative di gestione venivano finanziati sul capitolo di spesa per le opere private, quelli a carattere formativo, per opere minori e per i centri specializzati di coordinamento facevano invece capo al fondo comune (seduta Cda n. 1134 del 19 dicembre 1975). I progetti relativi a tali attività vennero quindi identificati mediante la sigla AST/FC/[num.]. [a cura di Ornella Stellavato] |
storia archivistica | I fascicoli sono stati ricondizionati probabilmente negli anni '80 e uniti alle altre due serie documentarie relative a progetti di assistenza tecnica che recano una numerazione in parte distinta e sono identificati da sigle diverse: AST/[num.], per i progetti relativi ai centri di assistenza tecnica agricola, AST/APD/[num.], per i fascicoli relativi ai progetti realizzati nell'ambito dell'assistenza tecnica nelle aree di particolare depressione, AST/CAL/[num.] per quelli riguardanti i centri di assistenza istituiti in Calabria utilizzando i fondi della legge speciale Calabria (legge 26 novembre 1955, n. 1177), AST/FC/[num.], per le pratiche relative al finanziamento di attività mediante il fondo comune. Le rispettive serie sono state identificate e distinte. I fascicoli sono stati quindi sottoposti ad una attività di rilevamento dati al fine di implementare un apposito database. Sono stati rilevati i seguenti dati, corrispondenti ai relativi campi: "Numero di progetto"; "Concessionario"; "Comprensorio di bonifica"; "Regione, Provincia, Comune, Località"; "Importo progetto"; "Importo contributo ammesso"; Importo contributo concesso"; "Numero e Data della concessione"; "Tipologia dell'opera finanziata"; "Materiale iconografico"; "Note". [a cura di Ornella Stellavato] |
Descrizione | La serie riguarda il finanziamento di alcune iniziative nell'ambito delle attività promozionali nel quadro dei progetti speciali. Contiene richiesta di contributo, corrispondenza, giustificativi spese in originale o fotocopia, disposizioni presidenziali o delibere commissariali in copia di approvazione della rendicontazione delle spese e di chiusura della concessione, richiesta al Servizio ragioneria di emissione dei mandati di pagamento. [a cura di Ornella Stellavato] |
ordinamento e struttura | Le buste recano sul dorso il numero di progetto. Sulla coperta dei fascicoli è indicata la segnatura del numero di progetto, nella forma AST/FC/[num.]. La numerazione non è progressiva, ciò induce a ritenere che esistano grosse lacune nella documentazione. |
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strumenti archivistici | Banca dati: Beatrice Fochetti e Giordana Valente. |
strumenti di ricerca | schedatura delle pratiche |
gerarchia | |
Assistenza tecnica in aree di particolare depressione - AST/APD , 1969 - 1987 (con documenti fino al 1993) |
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Livello di descrizione | subseries |
Consistenza | bb. 555 |
storia istituzionale/biografia | La legge 26 giugno 1965, n. 717, diede vita a un nuovo ambito di intervento affidato alla Cassa per il Mezzogiorno, che riguardò tra gli altri anche il settore dell'assistenza tecnica. Con l'articolo 7, comma c, essa fu autorizzata infatti a realizzare "opere per il potenziamento e l'ammodernamento dei servizi civili in ristretti ambiti territoriali caratterizzati da particolare depressione" nell'ambito delle direttive del piano di coordinamento degli interventi pubblici previsto dalla stessa legge. Le direttive per la predisposizione di tale piano, approvate dal Comitato dei ministri per il Mezzogiorno nel corso della riunione del 15 ottobre 1965, vennero discusse dal Consiglio di amministrazione durante la seduta n. 800 del 17 novembre 1965. Relativamente alle aree a particolare depressione, esse stabilivano che i "servizi civili" dovessero riguardare i servizi potabili e igienici, le attrezzature scolastiche, gli ospedali e le altre opere al servizio del settore sanitario. A tale complesso di interventi se ne aggiungevano altri che riguardavano l'azione di assistenza tecnica e sociale alle autorità comunali e alle popolazioni. Nel 1966 vennero individuate dal piano di coordinamento degli interventi pubblici nel Mezzogiorno le zone interessate dall'intervento e il Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno indicò i comuni ricadenti in esse, il cui elenco pervenne alla Cassa nel dicembre 1966. Sulla base di tali elementi venne formulato un programma organico, ratificato dal Consiglio dei ministri per il Mezzogiorno il 17 gennaio 1967, che riguardava i settori delle reti idriche e fognanti e dell'edilizia scolastica e prevedeva la realizzazione di opere civili minori in attuazione di specifici programmi di assistenza tecnica e promozionali. L'anno successivo fu avviato l'intervento nei primi due settori mentre per il terzo, in attesa della definizione di un piano, venne iniziata una azione limitata ai pochi comuni particolarmente depressi dove operavano appositi centri integrati di assistenza tecnica e sociale. A tal fine il Cda nella seduta n. 884 del 20 ottobre 1967 decideva la costituzione di un apposito gruppo di lavoro formato da elementi interni e consulenti esterni e l'accentramento dell'attività presso l'Ufficio assistenza tecnica che costituì una sezione dedicata. Contemporaneamente all'azione promozionale, veniva selezionato un gruppo di opere che potevano essere inserite in programmi formulati dai centri stessi e raggruppabili in quattro categorie: piccoli interventi a carattere sociale (risistemazione di asili e fontanili, piccole opere civili come sistemazioni interne di centri abitati, piccole fognature, etc.), infrastrutture minori (strade interpoderali, acquedotti rurali, allacciamenti elettrici a carattere collettivo), opere produttive a carattere agricolo (schemi irrigui, aziende a conduzione collettiva, riserve di caccia, impianti di trasformazione di prodotti), interventi connessi con attività extra-agricole (piccolo artigianato, valorizzazione delle risorse e delle tradizioni). Nella seduta n. 920 dell'8 novembre 1968 il Cda dettava le precisazioni operative degli interventi. Al fine di snellire quanto più possibile le procedure e quindi rendere possibile una rapida realizzazione dei progetti, per le opere di modesto rilievo tecnico ed economico (importi inferiori ai 20-25 milioni di lire) la Cassa consentì un'istruttoria semplificata con controlli diretti a cura dell'Ufficio assistenza tecnica: gli elaborati progettuali potevano essere limitati ai soli documenti di progettazione esecutiva (relazione tecnico-economica, disegni, profili, sezioni e computo metrico) e l'autorizzazione dei lavori in economia poteva essere concessa direttamente dall'ente affidatario. Il termine di collaudo poteva essere fissato entro tre mesi dalla data di ultimazione dei lavori e gli importi erano erogati sulla base degli stati di avanzamento. Inoltre per consentire un più rapido iter di approvazione veniva stabilito che i progetti con importi inferiori a 20 milioni di lire potevano essere approvati mediante disposizione presidenziale che doveva essere ratifica dal Consiglio di amministrazione. L'azione a favore delle aree di particolare depressione venne accentuata in seguito all'emanazione delle leggi nn. 182 e 241 del 18 marzo 1968 e n. 160 dell'8 aprile 1969, le prime che seguirono agli eventi sismici nella Sicilia occidentale, l'ultima che prevedeva nuovi finanziamenti per l'intervento nel Mezzogiorno. Per far fronte al nuovo impegno, venne costituita una commissione consiliare affiancata da un gruppo di lavoro (approvato nella seduta del 2 maggio 1969 e costituito con ordine di servizio n. 660 dell'11 luglio 1969) alle dirette dipendenze della Direzione generale. In seguito ad una verifica diretta effettuata nel dicembre 1969 nei comuni interessati per individuare le opere prioritarie, il Consiglio di amministrazione deliberò il varo della seconda fase dell'intervento relativo alle opere civili minori estendendolo a tutti i comuni dichiarati depressi. Sulla base delle opere dichiarate finanziabili dalla Cassa, il gruppo di lavoro provvide ad autorizzare i progetti presentati dai comuni interessati, rispettando le priorità da essi indicate. L'intervento venne articolato in due parti, una relativa ad opere pubbliche di piccole dimensioni rappresentate da infrastrutture, come piccoli impianti di irrigazione, viabilità e acquedotti, interessanti varie aziende, un'altra riguardante opere private dirette alla trasformazione fondiaria di aziende associate (seduta Cda n. 961 del 14 novembre 1969). Per queste ultime era prevista la possibilità di usufruire del premio di incoraggiamento ai sensi dell'art. 40 del regio decreto n. 215/1933 che elevava il contributo fino alla misura massima dall'80% al 90%. L'istruttoria dei vari progetti competeva ai rispettivi servizi di competenza, mentre il gruppo di lavoro si occupava esclusivamente dell'attività di promozione e coordinamento. La quantità di richieste pervenute dai comuni fu tuttavia tale che la Cassa non riuscì a finanziarle interamente. La pressione degli enti locali e la mancanza di chiarezza circa il tipo di opere finanziabili trovarono soluzione con l'approvazione della legge n. 205/1971 e della legge n. 853/1971, che definivano le opere da finanziare da parte della Cassa e stanziavano ulteriori somme. La materia veniva ulteriormente definita con la legge n. 1102/1971, che estese l'intervento ai comuni dei territori classificati montani. La Cassa tuttavia non si adeguò immediatamente al dettato legislativo, esprimendo le proprie riserve. L'estensione ai nuovi territori venne quindi discussa e recepita dal Consiglio di amministrazione soltanto nella seduta n. 1032 del 28 gennaio 1972, nel corso della quale il consigliere Luigi Mazzei presentò una relazione in cui ripercorse la genesi e lo sviluppo dell'intervento della Cassa in questo ambito, venne approvata la costituzione di una commissione consiliare cui era demandato il compito di classificare la priorità delle opere in relazione alle disponibilità finanziarie e vennero discusse le linee e i criteri che dovevano ispirare tale attività. Il programma degli interventi da realizzare venne ratificato invece nel marzo successivo e il Cda impegnò la somma di 300 miliardi di lire di cui 7 destinati al settore dell'assistenza tecnica e iniziative promozionali (seduta Cda n. 1040 del 23 marzo 1972). Infine, la Commissione consiliare per gli interventi nelle aree a particolare depressione presentò le sue conclusioni al Consiglio di amministrazione nel corso della seduta n. 1043 del 14 aprile 1972. Dopo l'istituzione delle regioni e in attesa del relativo passaggio di competenze ad esse, nel febbraio 1972 vennero rinnovate le concessioni per i 22 centri di assistenza tecnica operanti nelle aree di particolare depressione (seduta Cda n. 1035 dell'11 febbraio 1972). Analogamente a quanto già stabilito per gli altri centri di assistenza tecnica, i progetti con importi inferiori a 10 milioni di lire potevano essere approvati con determinazione presidenziale, quelli compresi fra i 10 e i 20 milioni di lire con disposizione presidenziale, che doveva essere ratificata dal Consiglio di amministrazione, mentre quelli al di sopra dei 20 milioni mediante approvazione del Consiglio di amministrazione. All'inizio del 1972, l'azione promozionale svolta da tali strutture, che avevano lo specifico compito di indirizzare la trasformazione fondiaria verso forme più produttive ed evolute e di razionalizzare le tecniche colturali e gestionali delle piccole aziende contadine, aveva portato alla realizzazione di un primo nucleo di una ventina di aziende a gestione associata e a numerose cooperative nel settore dell'artigianato rurale e delle attività particolari, come allevamenti avicoli e cunicoli (appunto per il Consiglio di amministrazione del 12 gennaio 1972), che nel 1973 erano divenute rispettivamente 67 e 122 (appunto per il Consiglio di amministrazione del 14 febbraio 1973). Il programma di assistenza in queste aree proseguì con l'approvazione nel dicembre 1972 del finanziamento di impianti cooperativi tramite l'accantonamento di una somma dedicata a tale scopo da imputare sui fondi previsti dall'art. 6, comma 2, della legge n. 853/1971 destinati alle aree a particolare depressione (seduta Cda n. 1057 del 1° dicembre 1972). Infine, l'anno seguente le concessioni dei centri di assistenza tecnica vennero rinnovate un'ultima volta fino al 31 dicembre 1973 (seduta n. 1067 del 9 marzo 1973). Successivamente tali strutture, come quelle che operavano sul resto dei territori di competenza della Cassa, vennero trasferite alle regioni in seguito alla delibera CIPE del 15 marzo 1973. Il programma di assistenza tuttavia proseguì anche negli anni successivi fino al completamento, inquadrandosi in quello più ampio realizzato sugli altri territori interessati dall'intervento della Cassa, di cui costituiva uno speciale capitolo di spesa. [a cura di Ornella Stellavato] |
storia archivistica | La serie è stata sottoposta ad un intervento di ricondizionamento probabilmente risalente agli anni '80 ed è stata unita ad altre serie riguardanti il settore dell'assistenza tecnica recanti numerazione distinta, che si sovrapponeva, e identificate da sigle diverse: AST/[num.], per i progetti relativi ai centri di assistenza tecnica agricola, AST/APD/[num.], per i fascicoli relativi ai progetti realizzati nell'ambito dell'assistenza tecnica nelle aree di particolare depressione, AST/CAL/[num.] per quelli riguardanti i centri di assistenza istituiti in Calabria utilizzando i fondi della legge speciale Calabria (legge 26 novembre 1955, n. 1177), AST/FC/[num.], per le pratiche relative al finanziamento di attività mediante il fondo comune. I fascicoli e i sottofascicoli versavano in uno stato di grave disordine e il contenuto delle buste non sempre rispecchiava quanto indicato sul dorso delle stesse. La documentazione è stata quindi sottoposta a un intervento di riordinamento finalizzato a distinguere le apposite serie e sottoserie. I fascicoli sono stati quindi sottoposti ad una attività di rilevamento dati al fine di implementare un apposito database. Sono stati rilevati i seguenti dati, corrispondenti ai relativi campi: "Numero di progetto"; "Concessionario"; "Comprensorio di bonifica"; "Regione, Provincia, Comune, Località"; "Importo progetto"; "Importo contributo ammesso"; Importo contributo concesso"; "Numero e Data della concessione"; "Tipologia dell'opera finanziata"; "Materiale iconografico"; "Note". [a cura di Ornella Stellavato] |
Descrizione | La serie riguarda la realizzazione degli interventi previsti nell'ambito del programma di assistenza tecnica nelle aree a particolare depressione ai sensi di quanto disposto dall'art. 7 della legge 26 giugno 1965, n. 717. Contiene documentazione progettuale (in originale o in copia), copia della monografia predisposta dall'Ufficio assistenza tecnica del Servizio bonifiche e trasformazioni fondiarie, della relativa delibera di approvazione del Consiglio di amministrazione e della disposizione o determina presidenziale, corrispondenza con l'ente concessionario, documentazione relativa al collaudo parziale o totale dell'opera e relativa determinazione presidenziale di approvazione, disposizioni presidenziali, delibere del commissario liquidatore o del direttore generale Agensud di chiusura o revoca della concessione. Può essere presente documentazione inerente alla gara per l'appalto del progetto o richiesta di finanziamento da parte dell'ente concessionario, all'approvazione di perizie di variante e alla richiesta di acconti sui contributi concessi per la realizzazione delle opere, nonché a eventuali contenziosi intercorsi e alle riserve avanzate dalle imprese. Si segnala inoltre la presenza di fascicoli relativi alla istituzione di centri di assistenza tecnica e riguardanti progetti sospesi. [a cura di Ornella Stellavato] |
ordinamento e struttura | Sul dorso di ciascuna busta è indicato il numero del progetto, la regione e la provincia di realizzazione. Ciascun fascicolo reca sulla coperta la segnatura del numero di progetto, corrispondente al numero della perizia approvata, nella forma AST/APD[num.]. La camicia reca inoltre l'indicazione dei seguenti dati: regione, provincia, comune, opera, ente concessionario, importo previsto e data di arrivo. La serie appare lacunosa, molti fascicoli risultano infatti mancanti. Si segnala infine che la numerazione dei fascicoli si sovrappone a quella della serie AST fino al numero 132, a partire dal numero successivo infatti essa appare consecutiva. [a cura di Ornella Stellavato] |
Persone |
Mazzei Luigi |
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Enti |
Comitato interministeriale per la programmazione economica - CIPE |
strumenti archivistici | Banca dati: Beatrice Fochetti e Giordana Valente. |
strumenti di ricerca | schedatura delle pratiche |